La primavera dovrebbe essere, per eccellenza, la stagione della rinascita. Ma a sua volta anche quella in cui l'uomo si troverebbe più esposto al tentativo di suicidio. Un paradosso che tiene banco sin dalla fine del XIX secolo, e tutt'ora continua a incuriosire gli psichiatri di tutto il mondo. In effetti, una fatidica domanda sorgeva già in quegli anni: “Mentre le corte e buie giornate invernali sarebbero la causa principale del malumore e della depressione, perché in primavera aumentano i suicidi?”

Un recente studio condotto in Svezia dall'equipe del professore Fotis Papadopoulos, docente di Psichiatria dell'Università di Uppsala, denota come la tragicità dei suicidi abbia significativi punte proprio nella stagione primaverile.

Ma perché proprio in questo periodo?

L'ormone del buonumore

Le conclusioni tratte dal professor Papadopoulos puntano dritto alla serotonina, un neurotrasmettitore atto a regolare l'umore delle persone, e presente nelle piastrine, nel plasma e soprattutto nel sistema nervoso centrale. Ma non basta, giacché il legame tra l'aumento dell'esposizione alla luce solare e l'innalzamento dei livelli della serotonina vanno di pari passo. Quindi? Al riguardo, il docente svedese di Psichiatria ha preso in considerazione anche gli effetti collaterali che alcuni farmaci antidepressivi posso provocare nei pazienti. In particolare quelli che impediscono la cattura della serotonina utile al sistema nervoso, e che fanno aumentare considerevolmente quella presente nel sangue.

La teoria serotoninergica

La carenza di serotonina sarebbe la responsabile dell'ansia e della depressione. Tuttavia, il delicato equilibrio si rompe quando i pazienti vengono trattati con antidepressivi, perché il loro stato d'animo impiega circa un mese a consolidarsi su livelli normali. E secondo il parere autorevole del professor Papadopoulos sarebbe in tale periodo che si concentrano anomale agitazioni che possono portare al suicidio.

E ancora, dall'approfondimento effettuato su oltre 12mila casi di suicidio, ha rilevato che se queste anomalie provocate dagli antidepressivi sono accompagnate da lunghe giornate di sole, il rischio aumenterebbe esponenzialmente.