“La faccio finita, mi butto sotto un treno”.

Purtroppo frasi come questa se ne sentono tutti i giorni. E proprio qualche giorno fa un disoccupato disperato dai tanti No ricevuti si è gettato sotto un Frecciarossa diretto a Venezia. Il tragico epilogo della vita di un uomo di 41 anni è avvenuto lo scorso lunedì nei pressi della stazione di Rovigo.

I motivi, in questa lunga crisi, evidentemente non mancano; pensionati, giovani, operai, imprenditori, uomini, donne, e persino studenti. Tutti accomunati dallo stesso pensiero.

Tuttavia, nessuno di noi si è mai soffermato a mettersi nei panni di un macchinista, che per portare a casa il pane, conduce un mezzo scelto da altri per morire.

“Non ho potuto evitarlo”

Un giovane dipendente delle Ferrovie dello Stato si è munito di tanto coraggio e ha accettato di raccontare quei terribili momenti.

5.45 del mattino, è buio pesto nella campagna trevigiana. All'improvviso appare una sagoma sui binari, suona la stridente tromba e tenta la frenata di emergenza. Nulla da fare, un coetaneo dell'incolpevole macchinista ha trovato la morte istantanea sotto il suo treno. -”Un trauma che porti dietro per tutta la vita”- assicura. E come dargli torto, un treno in corsa avrebbe bisogno di svariate centinaia di metri per arrestarsi completamente.

Il regolamento prevede che l'incidente venga comunicato al capotreno, al gestore della linea e alla polizia ferroviaria.

-”Quel giorno il capotreno era una ragazza giovane, toccava a lei cercare il cadavere, non me la sono sentita di lasciarla da sola”-

“Alcuni colleghi sono stati indagati”

In questo caso, la dinamica dell'incidente ha aiutato parecchio il giovane macchinista veneto che conduce i treni regionali nella propria regione. -”Sono andato dalla psicologa e preso qualche giorno di ferie”- confessa.

Tuttavia, altri suoi colleghi sono finiti sotto inchiesta. Lo prevede il ferreo regolamento. Nonostante la velocità adeguata, il tentativo di fermare il convoglio, e magari in condizione di ridotta visibilità.

-”Ogni volta che vedo qualcuno vicino ai binari ricordo quella mattina”- confessa. Inoltre, assicura che l'incubo non riguarda solo i potenziali suicidi, ma anche le tante imprudenze commesse dalla gente.

-”Quella mamma con le bambine che ho visto scavalcare le barriere abbassate, che incoscienza”- ricorda il giovane macchinista.