Nella drammatica guerra civile yemenita, l’Iran si avvia ad implementare in termini di armi, uomini e di know how bellico le linee d'azione del movimento sciita Houthi, che nel 2015 si è ribellato alla presidenza del sunnita Abd-Rabbu Mansour Hadi, defenestrandolo dal potere, e per questo soccorso dall’Arabia Saudita. Come in Siria, questa si sta rivelando una guerra strategica per gli equilibri del Medio Oriente, nel conflitto permanente tra sunniti e sciiti, dove gli interessi delle potenze occidentali si posizionano accanto alla centrale sunnita per eccellenza: l’Arabia Saudita.

Da una inchiesta esclusiva dell’agenzia Reuters, emerge che l’Iran assume sempre di più un peso maggiore, poiché il tentativo sembra quello di ripetere la stessa strategia di sostegno del movimento libanese sciita Hezbollah, con cui si trova a condividere il sostegno, insieme alla Russia, al dittatore siriano Assad.

Una tragedia umanitaria di cui si parla poco

Nel contesto di un paese dove il 60 per cento della popolazione è sunnita mentre il 40 per cento è sciita, il maggiore impegno dell’Iran in questo conflitto regionale sarebbe da spiegare con l’azione che la nuova amministrazione americana si è data verso una politica più dura nei suoi confronti. In tal senso l’accusa che proviene dalla coalizione araba che combatte gli Houthi parla chiaramente della sistematica attività di contrabbando di armi veicolata dall’Iran.

Di contro il movimento sciita rispedisce al mittente questa accusa sottolineando le responsabilità dell’Arabia Saudita della recrudescenza bellica che ha causato 10.000 vittime. Certo è che i bombardamenti dell’aviazione saudita non hanno risparmiato scuole, edifici civili, soprattutto ospedali, come spesso denunciato da Medici Senza Frontiere, trasformando lo Yemen in una tragedia umanitaria di cui si parla poco.

Il mercato delle armi sullo sfondo del conflitto

Il conflitto sembra attestarsi sullo scontro tra le due confessioni islamiche. Intanto, allo stato attuale, le forze governative sostenute dall’Arabia Saudita hanno il controllo del sud e dell’est del paese, gli Houthi, invece, sono posizionati sulla maggior parte dei centri urbani del nord ovest.

La novità della situazione attuale è appunto legata alle modalità di rifornimento delle armi iraniane. Perché se la guerra sul campo da parte dell’esercito del presidente Hadi è prevalentemente operata dal sistema bellico arabo, alimentato dal mercato occidentale, l’arrivo delle armi agli Houthi, in versione Hezbollah, sembra realmente provenire dal mare. Però le navi iraniane non approdano sulla costa per cui le armi vengono trasferite sulle barche da pesca per non essere intercettate.

I profughi somali vittime inconsapevoli

Forse è questo il motivo che può spiegare l’affondamento pochi giorni fa della barca che trasportava più di cento profughi somali, vicino allo stretto di Bab al-Mandab, mentre si allontanava dallo Yemen.

Partiti dalla costa che ospita uno dei più importanti porti dello Yemen, quello della città di Hodeida, conteso tra le due parti in guerra. Un elicottero Apache li ha mitragliati e sono morti in 31, tra cui donne e bambini, mentre altri 80 sono riusciti a salvarsi, tutti avevano i documenti dell’Unhcr in quanto rifugiati. Fuggiti prima dalla Somalia e dopo dallo Yemen per il Sudan. Non è stata certificata la responsabilità dell’attacco, ma gli elicotteri apache sono in dotazione degli arabi.