E' stata confermata nel secondo grado di giudizio la sentenza di condanna nei confronti dell'agrigentino Antonino Bilella ritenuto colpevole del delitto di Francesca Benetti. I giudici della corte d'appello di Firenze oggi hanno confermato l'ergastolo per l'uomo, originario della provincia di Agrigento, finito sul banco degli imputati con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il corpo senza vita di Francesca Benetti, scomparsa il 4 novembre 2013 a Gavorrano (Grosseto), non è stato ancora ritrovato. Il presidente della sezione della corte d'assise di appello fiorentina che si è occupata dal caso, Alessandro Nencini, ha letto in aula la sentenza oggi pomeriggio.

Delitto Benetti, condanna all'ergastolo per Bilella

Presente in aula durante l'udienza conclusiva di oggi anche l'imputato che ha ascoltato in "religioso" silenzio, senza profferire parola, la lettura della sentenza dei giudici di secondo grado che per lui hanno confermato l'ergastolo. Dopo il pronunciamento della corte d'appello di Firenze il commento dei figli della vittima, parte civile nel processo, che sperano di poter ritrovare il cadavere della madre per darle degna sepoltura. "Vorremmo che Antonino Bilella - hanno dichiarato i figli ai giornalisti tramite l'avvocato Alessandro Risaliti - avesse un momento di resipiscenza e dica dov'è il corpo di nostra madre".

Appello dei figli per ritrovare il cadavere della madre

"I figli si sono commossi - ha detto il legale di parte civile secondo quanto riporta l'Ansa - ascoltando la lettura della condanna". Adesso però si spera di poter ritrovare il cadavere e che il condannato collabori in questo senso. "Il sapere che Bilella è l'assassino - ha detto l'avvocato Risaliti - è solo minima consolazione per la morte e la scomparsa della madre di cui - ha ricordato il legale di parte civile - non è mai stato trovato il corpo".

Non si esclude che Bilella, tramite i suoi difensori, possa impugnare la sentenza e chiedere il giudizio della Corte di Cassazione. Secondo l'avvocato di parte civile invece "non sono stati portati elementi di novità tali - ha detto Risaliti - da giustificare il ricorso in appello".