Gabriele Del Grande è stato liberato. La più bella notizia di oggi, per un'attesa durata quasi un mese.

Il blogger italiano è stato fermato dalla polizia turca il 9 aprile scorso e da pochi minuti è arrivato all'aeroporto di Bologna, atteso dal ministro degli esteri Angelino Alfano che lo ha successivamente accompagnato in una saletta privata dell'edificio dove è stato riabbracciato dalla compagna e dalla sua famiglia prima dell'assalto dei cronisti.

Del Grande dice di essere stato vittima di una violenza istituzionale e che "quello che mi è successo è illegale perché è stata tolta la libertà ad un giornalista mentre si trovava a lavorare in un Paese amico.

In carcere ci sono tantissimi giornalisti turchi e di altri paesi che hanno vissuto e vivono tutt'ora condizioni ben peggiori della mia. Il mio pensiero va a loro". Gabriele appare sorridente e si concede anche una battuta: "Ora vado a mangiare, dopo sette giorni di sciopero della fame ne ho proprio bisogno".

All'aeroporto di Bologna, dopo ore di viaggio e giorni di fame, non è comunque riuscito a spiegare i motivi della cattura: "Ancora non ho capito perché sono stato fermato. Questa notte mi hanno detto che sarei stato liberato e sono stato felice. Ci tengo comunque a precisare che per tutto il periodo della detenzione non mi è stato torto un capello e nessuno mi ha mai mancato di rispetto".

Angelino alfano ha parlato poi a Rai News 24 della liberazione di Gabriele Del Grande: "Un lavoro enorme e silenzioso, sono molto soddisfatto di quanto fatto perchè Gabriele merita di essere un uomo libero. Tutto è bene quel che finisce bene".

Del Grande era stato fermato il 9 aprile nella provincia sud-orientale dell'Hatay, al confine con la Siria, dove cercava materiale per il suo libro sui profughi siriani ma alla zona non è consentito l'accesso senza l'autorizzazione per la stampa rilasciata direttamente da Ankara visto lo stato di emergenza in vigore in Turchia che inasprisce i controlli, specie al confine con la Siria.

Le autorità turche non hanno ancora reso noti i motivi dell'arresto e fino a ieri non si conoscevano nemmeno i tempi del rimpatrio, nonostante l'interesse dell'ambasciata italiana in Turchia che ha provato in tutti i modi a sapere qualcosa a riguardo.

Il blogger era partito per la Turchia pochi giorni prima di essere fermato.

Il suo prossimo libro, "Un partigiano mi disse", tratterà il tema della guerra in Siria e della nascita dell'Isis attraverso l'epica della gente comune in un intreccio di geopolitica e storytelling, così com'è scritto sul sito di crowfounding che finanzia l'opera.