Ancora nulla è bastato, per sapere la verità sulla morte di Giulio Regeni, giovane ricercatore torturato ed ucciso al Cairo in egitto un anno fa. Sono presenti nomi, alcune tracce e conferme ma ancora nessun tipo di movente. I genitori presenti nella sala Caduti di Nassyria al Palazzo Madama, hanno lanciato un appello a Papa Francesco per far sì che parli della vicenda di Giulio, durante la sua gita in Egitto il 28 e il 29 aprile prossimi. "Siamo certi che il Papa, durante il suo viaggio, non potrà scordarsi di lui" ha dichiarato la madre Paola durante la conferenza stampa al Senato.
L'avvocato Ballerini: 'Ci hanno detto che è morto peggio di un egiziano'
Durante la conferenza stampa dal titolo "Un omicidio di Stato", introdotta dal senatore Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti umani dell Senato, era presente anche l'avvocato Ballerini assieme a Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. "Oggi arrivati alle condizioni che il rapimento, sparizione e la morte di Regeni interessa direttamente agli altissimi ufficiali della National Security Egiziana. E' davvero doloroso che due alti ufficiali abbiano contatti con gli amici di Giulio al Cairo. Abbiamo i nomi di tali persone e abbiamo le conferme, a 14 mesi dal ritrovamento del corpo, che gli apparati delle forze dell'ordine sono stati complici della sparizione di Regeni" ha dichiarato il legale Alessandra Ballerini.
Inoltre, l'avvocato della famiglia Regeni ha confermato di conoscere perfettamente il luogo di detenzione di Giulio nel quale è stato recluso per circa 8-9 giorni. "I nostri consulenti hanno visto tantissimi corpi che sono stati torturati e non hanno mai visto qualcosa del genere. Ci hanno riferito che è morto peggio di egiziano - ha continuato l'avvocato Ballerini - Per vari comportamenti meschini anche molte amicizie hanno venduto Giulio.
Non conosciamo i mandanti, la regia e non sappiamo la verità del processo ma la intuiamo anche se non conosciamo il perché".
Paola Regeni mostra il murales dedicato a Giulio: 'Simbolo dell'Egitto ferito'
La madre Paola è ancora in cerca della verità sull'atroce scomparsa del figlio Giulio Regeni al Cairo, e ha mostrato un murales a Berlino dipinto da alcuni writers egiziani sul quale è disegnato un gatto "il simbolo del dolore egiziano".
Inoltre, era presente anche il padre Claudio, anche lui in attesa di qualche risposta che ancora non è arrivata sulla tragica morte del figlio. "Abbiamo avuto tante conferme da Gentiloni e continueremo a confidare nelle nostre istituzioni. Noi non solo chiediamo che l'ambasciatore non faccia ritorno al Cairo, ma ci auguriamo che anche gli altri paesi facciano lo stesso" ha affermato il padre di Giulio che non si arrende a chiedere giustizia.