Regeni: un omicidio di Stato’. È questo il titolo della conferenza stampa convocata in Senato il 3 aprile da Paola e Claudio Regeni, genitori di Giulio Regeni, il ricercatore dell’Università di Cambridge, rapito in Egitto, al Cairo, il 25 gennaio del 2016, il cui corpo barbaramente seviziato venne ritrovato il 3 febbraio successivo. Nonostante le indagini e i riflettori mediatici di tutto il mondo accesi sulla vicenda, il movente, gli esecutori e i mandanti dell’omicidio restano ancora avvolti nel mistero. Per questo i coniugi Regeni sono tornati a far sentire le loro voci, per chiedere verità per Giulio.

Ecco i passi più importanti e il video della conferenza stampa.

Il video

Per la signora Claudia quelli trascorsi dal giorno della morte del figlio sono stati “14 mesi surreali” vissuti, suo mal grado, da una “famiglia normale” che, nel frattempo, ha dovuto continuare a vivere la vita di tutti i giorni. La mamma di Giulio si sfoga, ma è una donna forte e ricostruisce i particolari della triste vicenda, a cominciare dai particolari dell’autopsia sul corpo di Giulio. Ricorda le infinite richieste pervenute alla famiglia di mostrare le drammatiche foto del corpo seviziato del giovane, “foto che nessuno ha mai visto, almeno in occidente”, racconta, “perché quello che hanno fatto a Giulio forse non l’hanno fatto mai neanche a un egiziano”.

Accuse dure come pietre, pronunciate però con un tono gentile, a cui si aggiunge la coraggiosa decisione di mostrare almeno una foto. A sorpresa, non si tratta dell’immagine scioccante che tutti si aspettavano, ma di un murales dipinto su un muro di Berlino da alcuni writers egiziani, dove è raffigurato il volto sorridente di Giulio Regeni vicino ad un gatto con le ali, simbolo, aggiunge la signora Paola, “dell’Egitto ferito”.

Nel murales anche l’eloquente frase “Ucciso come un egiziano”.

Subito dopo parte l’appello a papa Francesco, che i prossimi 28 e 29 aprile si recherà in visita ufficiale proprio nell’Egitto del generale Al Sisi, compreso l’incontro con l’imam della moschea di Al-Azhar, una delle massime autorità religiose del mondo islamico.

“Noi siamo sicuri che non potrà in questo viaggio non ricordarsi di Giulio ed unirsi alla nostra richiesta di verità necessaria per avere la pace”, dice la signora Regeni. Tocca poi a papà Claudio dichiarare di confidare nel sostegno delle Istituzioni e del governo Gentiloni, ma ribadire la contrarietà della famiglia Regeni al ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo fino a quando non ci sarà verità per Giulio Regeni.