All'ora italiana delle 3:40 (le 4:40 locali), gli Stati Uniti hanno attaccato la Siria di Assad lanciando 59 missili Tomahawk contro la base militare siriana di al Shayrat, vicino alla città di Homs. L'attacco, secondo il Dipartimento della Difesa americano, avrebbe seriamente danneggiato aerei e infrastrutture della base. Da Damasco fanno sapere che i morti per il momento sarebbero in tutto sei, mentre l’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione di filo-ribelli situata a Londra, sostiene che la base sia stata quasi completamente distrutta, e che i morti sarebbero invece alcune decine.
La risposta al massacro di Idlib
La decisione presa da Trump è la risposta ufficiale degli Stati Uniti all'attacco con armi chimiche di Idlib, che martedì ha ucciso più di 80 persone. Gli Stati Uniti, come peraltro pensano gli altri paesi occidentali, ritengono Assad il responsabile del bombardamento chimico.
Nel comunicato di stamattina letto dalla sua residenza in Florida, Donald Trump ha detto che la base colpita è quella da cui è partito l'attacco aereo di martedì, sottolineando che "la Siria ha usato armi chimiche vietate, ha violato gli obblighi dei trattati internazionali e ha ignorato gli avvertimenti del consiglio di sicurezza dell’ONU". Il presidente ha poi fatto appello "a tutte le nazioni civili" per "tentare di fermare il massacro in Siria".
Si tratta di una brusca virata rispetto agli atteggiamenti degli Stati Uniti nei confronti della Siria di Assad: fino a prima del massacro di Idlib Trump aveva infatti sempre dimostrato di voler cooperare con Putin e con Assad, più di quanto avesse mai fatto Obama. Tempestiva la reazione di Mosca, che bolla l'attacco statunitense come "una violazione della sovranità della Siria", anche se gli Stati Uniti dichiarano di aver preventivamente informato la Russia dell'attacco aereo.
Il Cremlino ha fatto sapere che l'attacco porterà "danni considerevoli" alle relazioni tra Russia e Stati Uniti.
Le reazioni internazionali
Immediate le reazioni internazionali. Il Regno Unito ha detto che il bombardamento di questa notte è “la risposta appropriata al barbaro attacco con armi chimiche” di martedì, e anche la Turchia, sostenendo che il regime di Assad andasse punito, ha appoggiato Trump. Anche Israele, che finora aveva assunto nei confronti della guerra in Siria un atteggiamento piuttosto defilato, ha appoggiato l'attacco statunitense.