Tornano a fare notizia nella provincia di Crotone alcuni atti di violenza perpetrati ai danni di giovani vittime, ragazzi e ragazze di tenera età sottoposti a pressioni psicologiche e violenze fisiche. Dopo i fatti relativi alla docente sospesa per abusi in una Scuola della città di Crotone, a cui negli ultimi giorni è stata revocata la sospensione dal servizio a seguito della volontà di lasciare il mestiere, è ora tempo per la piccola cittadina di Petilia Policastro di fare i conti con il medesimo problema con ben due docenti accusate di violenze nei confronti di minori di un'asilo del posto.

A fare luce sulla situazione è stata una indagine condotta dalla compagnia dei Carabinieri del paese con immagini che hanno lasciato pochi dubbi e portato alla denuncia delle donne.

Violenze sui minori

L'indagine come spesso capita in questi frangenti è partita su segnalazione di alcuni genitori allertati dalle parole dei propri figli al ritorno da scuola. Le forze dell'ordine hanno cosi messo in atto una serie di disposizioni tali da permettere di rilevare attraverso immagini documentali i casi di maltrattamento perpetrati ai danni dei ragazzi durante le ore di attività scolastica. Percosse e strattonamenti, hanno portato cosi gli organi competenti alla immediata sospensione di due donne che esercitavano il mestiere all'interno di una struttura di Petilia Policastro con l'allontanamento per tutto il restante anno scolastico in attesa di approfondimenti del caso.

Le continue vessazioni a quanto emerso in questi giorni avrebbero portato ad un mutamento nel carattere e nell'atteggiamento dei ragazzi tanto da dichiarare apertamente ai rispettivi genitori la volontà di non recarsi presso la struttura.

Una caso che si ripete quindi, una situazione che avviene nel territorio di provincia.

Ancora una volta un caso di cronaca legato ad abusi e violenze, una situazione che meriterebbe sicuramente nuove azioni di repressione nei confronti di atteggiamenti fuori luogo e lontani dalla didattica. In passato il caso delle violenze sui minori in tenera età era finito anche in Parlamento, dove si era registrata la volontà di alcuni esponenti politici, giunta in modo trasversale, di inserire mediante una apposita legge un sistema di sorveglianze in luoghi dove avviene quotidianamente una attività didattica in modo da scoraggiare e impedire casi analoghi.