Le conseguenze degli attacchi subiti da Siria ed Afghanistan dalla Casa Bianca non possono altro che essere un monito alla reale preoccupazione dello scoppio di un nuovo conflitto, visto l'atteggiamento aggressivo e preoccupante tenuto dalla Corea del Nord in risposta a codeste iniziative. Le navi da guerra di Donald Trump sono già in mare, e la Corea del Nord mette in mostra oggi il proprio arsenale militare, in occasione del 105esimo anniversario della nascita del padre della patria Kim Il-sung. "Siamo pronti a una guerra nucleare", ribadisce Pyongyang.
Guerra che, se ipoteticamente scoppiasse, avrebbe conseguenze inimmaginabili.
L'arsenale Coreano
La Corea del Nord ha in serbo un arsenale atomico e convenzionale costruito e finanziato negli anni dalla politica bellica condotta dalla famiglia regnate, impersonata nell'odierno da Kim-Joung Un. Pyongyang copre il confronto con le massime potenze internazionali attraverso il potenziale bellico in dotazione. La Corea del Nord ha la bomba atomica, ed in proporzioni inimmaginabili: può permettersi ogni cosa. La forza mobile missilistica coreana è disseminata lungo tutto il territorio della nazione, ed è improbabile che gli Stati Uniti, sia nel caso di un attacco preventivo o conseguentemente ad un attacco da parte di Pyongyang, riescano ad annientarla.
In entrambi i casi poi, Donald Trump vedrebbe cadere Seul, primo e principale obbiettivo del Nord. L'ipotesi di un attacco preventivo da parte del Pentagono è però altamente improbabile, viste le enormi difficoltà che gli Stati Uniti si troverebbero a dover affrontare per giustificare l'iniziativa militare sul piano diplomatico internazionale.
Ed ecco quindi, la risposta agli attacchi missilistici condotti da Trump in Siria ed Afghanistan.
Le tattiche della Casa Bianca
Lo scenario sopra descritto è basato su tattiche militari sottoscritte fra Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud. I piani di riferimento sono OPLAN 5029 ed OPLAN 5027 i quali, però, tralasciano al loro interno OPLAN 5015, il quale comprenderebbe un attacco preventivo lanciato da USA.
Inoltre le strategie non tengono conto di fattori esterni ed imprevedibili, come per esempio il ruolo che la Cina, nella figura di XI Jinping, riveste nella vicenda. Nel caso in cui la Corea del Nord lanciasse un attacco militare contro Giappone e Corea del Sud, di tipo convenzionale o atomico, la certezza di intercettazione dei missili in volo non sarebbe mai garantita al 100%. Il Terminal High Altitude Area Defense (THAAD) in dotazione e distribuito lungo tutto il confine coreano tra Nord e Sud, ha un raggio d'azione di 200km ad un'altitudine di 150km. Una batteria THAAD si compone di sei lanciatori montati su camion per 48 intercettori, 8 per ogni lanciatore, con un raggio di copertura di 120 gradi.
I sistemi garantirebbero quindi si una copertura militare, ma non abbastanza efficiente, visto che sono progettati per far fronte ad un gruppo di missili in arrivo, e non a più missili consequenziali. Nove caccia torpedinieri USA sono sempre in pattugliamento al largo della costa Sud Coreana. Ma il problema è che la maggior parte dei sistemi di difesa in dotazione non sono mai stati testati in condizioni reali. La Cina ha invece in dotazione un sistema difensivo ritenuto più efficiente di quello della Corea del Sud, ed integrato alla rete statunitense.
Missili in volo
Ipotizzando un lancio missili condotto dalla Corea del Nord, le tattiche da adottare sarebbero davvero imprevedibili. Facendo riferimento al piano OBLAN 8010 della Casa Bianca, al suo interno non si specifica l'uso di testate nucleari o convenzionali per far fronte ad un'eventuale attacco missilistico.
Una volta che i razzi coreani fossero lanciati, infatti, nessuno sarebbe in grado di classificare la loro natura: nucleare o convenzionale? La decisione che Donald Trump si troverebbe quindi a dover ipoteticamente affrontare sarebbe condizionata da innumerevoli variabili. Le ipotesi sono due: il Presidente USA potrebbe decidere di rispondere immediatamente all'intercettazione di missili coreani in volo con testate nucleari, oppure attendere la caduta di questi ultimi per valutare la rappresaglia da adottare. In ogni caso l'atomica scoppierebbe, sia se i missili coreani fossero a testata nucleare o viceversa. Nel caso in cui però la rappresaglia fosse totalmente effettuata da armi convenzionali, la caduta di Pyongyang sarebbe imminente, visti i piani strategici Korea Massive Punishment and Retaliation programmati dalla Corea del Sud, i quali comprendono anche attacchi via terra.
Potenza nucleare odierna
La risposta Statunitense a un attacco missilistico nucleare Nordcoreano sarebbe data dagli otto sottomarini perennemente in navigazione nelle acque intercontinentali. Ogni sottomarino detiene al suo interno 890 testate nucleari. Il piano di rappresaglia leggero sarebbe costituito da 506 testate da 100kt, il piano pesante da 384 testate da 455kt. Il tempo stimato per il lancio nucleare statunitense va dai dieci ai dodici minuti. Facendo riscontro con l'ultima bomba atomica lanciata, quella di Hiroshima aveva una potenza nucleare di 15kt. L'impatto che la rappresaglia avrebbe sul pianeta sarebbe di dimensioni catastrofiche ed inimmaginabili. Nessuno sa cosa potrebbe accadere allo scoppio di una guerra tra Stati Uniti e Corea del Nord.