Succede a Parma. Licenziate due dipendenti perché parlavano male del loro capo di lavoro sulla chat più famosa degli ultimi anni Whatsapp.

La chat incriminata

2 dipendenti di un'azienda che si occupa di confezionare prodotti ortofrutticoli e alimentari si sono viste recapitare una contestazione disciplinare per il loro comportamento sulla chat e successivamente una formale lettera di licenziamento. Tutto per colpa di alcuni messaggi che le due si erano inviate nella chat di gruppo e che parlavano del loro capo.

La notizia è arrivata al capo di lavoro tramite una parola di troppo di un collega che era presente all'interno di questo gruppo, ha pensato bene di stampare le conversazioni e le ha trasmesse al titolare dell'impresa che ovviamente non era presente in questa chat.

Da lì è partita la decisione disciplinare ed il licenziamento finale.

Le operaie si sono rivolte quindi a loro sindacato il quale ha contestato una sanzione troppo sproporzionata ed eccessiva per il comportamento tenuto dalle dipendenti. Infatti, in ogni contenzioso si parte sempre dal richiamo verbale, poi al rimprovero scritto, fino alla multa o alla sospensione del lavoro al massimo di tre giorni, ma in questo caso non c'è stata alcuna gradualità passando dalla nota disciplinare al provvedimento finale.

Secondo l'avvocato, le due dipendenti erano costantemente minacciate di licenziamento e giudicavano quindi vessatorio il comportamento del loro capo che spesso le denigrava durante gli orari di ufficio ed hanno così reagito con uno sfogo su WhatsApp con i toni classici e colloquiali tipici di una chat all'interno di un gruppo di messaggistica.

Il parere degli esperti

Tuttavia, secondo alcuni penalisti esperti, il problema si pone poiché la chat è avvenuta tra più di due persone facendo così scattare il reato di diffamazione, poiché anche nella realtà virtuale si devono applicare le stesse norme giuridiche che valgono per la vita reale.

Una vera grana per due dipendenti che apre il dibattito sull'utilizzo corretto della tecnologia che ogni giorno siamo soliti utilizzare.

Ma il problema ancora più stringente è il limite tra pubblico e privato, non ancora di fatto regolamentato per WhatsApp e altri programmi simili rendendo quindi necessario attuare un regolamento che pone dei limiti alla diffusione di messaggi che le aziende di messaggistica promettono di rimanere privati e personale.