Dopo alcune segnalazioni, di cui si sta verificando l'attendibilità, sulla diffusione in alcune province abruzzesi del pericoloso fenomeno Blue Whale, si ha una notizia certa del suo attecchimento a Pescara. Il fenomeno, iniziato in Russia nel 2013, pare si stia diffondendo attraverso internet in tutto il mondo. Si presume che le vittime del macabro gioco che spinge al suicidio siano circa 150 in Russia e le forze dell'ordine stanno cercando di attribuire le morti di adolescenti al fenomeno studiando i casi singoli e le testimonianze. In alcuni casi le fonti sono risultate attendibili, sono stati visionati i filmati dei suicidi e controllate le cronologie dei ragazzi contaminati ed uccisi dal fenomeno e si è scoperta la correlazione tra le tragiche azioni e le regole del gioco.

Si tratta di un gioco, infatti, anche se mortale, che impone, attraverso un controllo psicologico da parte di cosiddetti tutor, una serie di 50 regole che inducono le vittime a compiere atti di autolesionismo fino all'atto estremo, vale a dire il suicidio, con un lancio dal punto più alto della città.

Blue Whale arriva a Pescara

Purtroppo sembra confermato il collegamento tra il ricovero all'ospedale Salesi di Ancona di una ragazza pescarese e il fatidico gioco virtuale. Una 13enne è stata trasferita nell'ospedale marchigiano in seguito alla scoperta di ferite autoinferte ed inequivocabili segnali del coinvolgimento nel fenomeno Blue Whale. Alcune sue amiche avevano notato i segni delle prove giornaliere e testimoniano ora che la ragazza aveva manifestato il proposito di gettarsi dall'ottavo piano di un palazzo.

Fortunatamente i suoi compagni erano a conoscenza delle regole del gioco ed hanno riconosciuto nelle sue ferite i segnali allarmanti. La ragazza si era incisa il tatuaggio della balenottera azzurra e il gesto corrisponde in pieno all'undicesima regola del processo per arrivare alla vittoria finale. Gli amici hanno quindi avvisato immediatamente i famigliari e la polizia che l'hanno prelevata e trasferita nel reparto di Neuropsichiatria del Salesi.

Blue Whale, sfida che è come una droga

Probabilmente la ragazzina aveva iniziato a seguire il gioco attraverso WhatsApp per curiosità o per caso, ma la sfida è strutturata appositamente per inguainare la mente come una droga e la dipendenza psicologica che ne deriva è tale da indurre al suicidio. Ieri mattina la ragazza era stata portata al pronto soccorso del Santo Spirito di Pescara per le gravi lesioni che si era autoinferta, ma, dopo aver verificato di cosa si trattasse, è stata trasferita al reparto di Neuropsichiatria infantile. Ora le forze dell'ordine cercano ulteriori indizi per capire se ad attrarla verso la trappola mortale sia stata una persona reale o se lei stessa abbia trovato il gioco attraverso qualche link.