Il pericoloso rimpallo mediatico tra la propaganda del regime capitanato da Kim Jong-un e l'entourage del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, non trova pace.
E nonostante le ultime 'distensive' sortite del Tycoon, e considerando il dittatore nordcoreano un ragazzo intelligente e scaltro, i generali di Pyongyang fanno sapere che non smetteranno mai di effettuare test nucleari, aggiungendo inoltre, che il prossimo sarebbe molto vicino.
Indiscrezioni, che trovando una vena di realtà, alimenterebbero ulteriormente il fatidico conto alla rovescia.
Nel frattempo, le esercitazioni militari congiunte tra le forze aeronavali americane, giapponesi e sudcoreane, mettono in allerta tutta una serie di paesi confinanti e non con la penisola coreana, che potrebbero sfoderare in pochi minuti le loro temibili bombe atomiche.
La non proliferazione nucleare
I principi del trattato internazionale sugli ordigni nucleari dovevano essere tre; disarmo, non proliferazione di armi chimiche, biologiche, radiologiche e atomiche, nonché l'uso pacifico delle stesse risorse nucleari.
I firmatari del patto, Stati Uniti, la allora Unione Sovietica, Regno Unito, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan, avevano stabilito alcuni punti fermi ma altrettanto disattesi, che proibivano il munirsi di nuove testate atomiche, di smantellare quelle vecchie, e inoltre informare e accettare i dovuti controlli dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica in caso di spostamenti di materiali anche a scoppi civili.
Con il tempo, e in netto contrasto con quanto stabilito nel TNP, sulla mappa mondiale sarebbero comparsi paesi come Libia, Iran, Iraq, Sudan e Corea del Nord, che in gran segreto avrebbero conseguito le materie prime necessarie per costruire i letali ordigni.
Paesi muniti di testate nucleari
Secondo le ultime stime della Federation of American Scientists - Status of World Nuclear Forces la sola Federazione Russa sarebbe in possesso di oltre 8.500 bombe atomiche di vario tipo, mentre gli Stati Uniti confermerebbero circa 7.700. Gli unici paesi europei ad aver sviluppato le complesse tecnologie sarebbero Regno Unito e Francia, paesi che potrebbero sfoderare circa 600 ordigni complessivamente. Ma anche la compagine asiatica non scherza, ad esempio la Cina avrebbe dichiarato oltre 250 testate, mentre si presume che nazioni come l'India e il Pakistan abbiano pronte un centinaio ciascuna.
Israele invece, eterno alleato angloamericano, non ha mai confermato di possedere tali arsenali, ma l'intelligence internazionale gli assegnerebbe circa 100.
Per quanto riguarda la Corea del Nord, le indiscrezioni sono all'ordine del giorno, e nonostante il continuo rifiuto sia a visite di stato che a ispezioni, i servizi segreti di vari paesi parlano di oltre una trentina di bombe.
Insomma, il potenziale nucleare sparso per il mondo è molto diversificato e gli equilibri per scongiurare una nuova guerra appesi a fili sottilissimi.