È stata una delle tragedie del mare più sconvolgenti del nuovo millennio. Sia per la dinamica del naufragio, sia per le polemiche che ne sono susseguite. Ha tenuto l’opinione pubblica incollata alla schermo a seguire le fasi del salvataggio dei croceristi, insieme all'agghiacciante scoperta che 32 di loro non ce l'hanno fatta. Nei mesi successivi hanno tenuto con il fiato sospeso le varie inchieste giudiziarie, a cui è seguito l’arresto del capitano Francesco Schettino, oggi condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione a 16 anni di carcere.
Ora il gigante dei mari è quasi completamente smantellato. Nel porto di Genova, dove è stato trasportato e si trova tutt'ora il relitto, sono giunti alle ultime fasi dello demolizione dello scafo e della rimozione degli allestimenti interni.
La demolizione terminerà entro giugno
A cinque anni dal tragico naufragio della Costa Corcordia, si è infine giunti all’ultima fase dello smantellamento del relitto. La nave era stata venduta dalla Costa Crociere, appena giunta al porto di Genova, alla Ship Recycling per il valore simbolico di 1 euro. La società rottamatrice, un consorzio costituito dalla Saipem e da San Giorgio del Porto, si era aggiudicata, per circa 100milioni di euro, la commessa per lo smantellamento e il riciclo della Concordia.
Alle 4 fasi di demolizione hanno lavorato fino a 250 operai. La Ship Recycling ha affermato che verranno recuperati circa l’80% dei materiali.
Materiali smaltiti come rifiuti e quelli recuperati
Non potranno essere recuperate le 8.600 tonnellate di arredi interni, ossia i tavoli, le sedie e le poltrone. Verranno mandate in discarica anche le 600 tonnellate di prodotti confezionati, come i detergenti e il cibo in scatola.
Stessa sorte per le 1000 tonnellate dei materiali di isolamento. Verranno invece riciclate le 50mila tonnellate d’acciaio; la maggior parte degli arredi in legno, cartone, carta e plastica; le 1500 tonnellate di materiali inerti, come le piastrelle e le ceramiche, e le 4700 tonnellate di apparecchiature elettriche. La Concordia pesava oltre 110mila tonnellate ed era composta da ingenti quantità d’acciaio, che è stato completamente recuperato, fuso e riconvertito.
Ad aggiudicarsi la gara d’appalto per la riconversione dell’acciaio è stato, nel luglio del 2014, il gruppo siderurgico Feralpi. La società ha il suo stabilimento a Lonato del Garda, nel bresciano, dove l’acciaio è stato riconvertito all’interno delle sue acciaierie.
La fase 4 dello smantellamento
La costa concordia non esiste più. Completamente sventrata, gli ultimi pezzi della nave sono stati trasportati fuori dall’acqua e posti all’interno del bacino di carenaggio. È qui che vengono rimossi, separati, puliti e accatastati tutti gli allestimenti interni. A giugno verranno conclusi i lavori di smembramento e di recupero di tutti i materiali.
La brutta avventura e la fine della Concordia
Era il 13 gennaio del 2012 quando il gigante dei mari, si incaglia nei pressi dell’isola del Giglio a Grosseto.
A quasi due anni di distanza, il 16 settembre del 2013, la nave viene raddrizzata. I lavori per disincagliare la Concordia e “rigalleggiarla” si concludono il 14 luglio del 2014. Il relitto lascia l’isola del Giglio 9 giorni dopo, il 23 luglio, per giungere nel porto di Genova il 27. Il 12 maggio del 2015, si dà l'avvio alla demolizione, mentre a settembre del 2016 ciò che resta della nave viene trasportato a terra e deposto nel bacino di carenaggio (3° fase dello smantellamento).