Vittime di mafia, un elenco lunghissimo. Gli storici sono soliti indicare nel patriota Giovanni Corrao, assassinato a Palermo il 3 agosto del 1863, la prima vittima di un'organizzazione di stampo mafioso in Sicilia, dopo la costituzione del Regno d'Italia. In realtà l'omcidio Corrao è, ancora oggi, avvolto nel mistero. Venne ucciso in un agguato alle porte di Palermo e, per la prima volta, nel corso delle indagini, venne utilizzata la parola 'mafia'. In realtà un'altra ipotesi indica buoni rapporti tra la vittima e la mafia palermitana di allora, con la quale probabilmente stava organizzando un'insurrezione antisabauda.

Il primo, vero omicidio commissionato dalla criminalità organizzata in Sicilia è, pertanto, quello di otto anni dopo, nel marzo del 1871, quando il giovane Mario Pancari venne assassinato con una fucilata in quel di Vittoria, provincia di Ragusa, su ordine del clan Iacono. Nel corso dei decenni, i delitti di mafia si sono intensificati fino a raggiungere i numeri di una vera e propria ecatombe negli anni '80 e '90 del XX secolo. Con il nuovo millennio c'è stato un brusco calo, certamente voluto dai vertici di Cosa Nostra.

Le quattro vittime del terzo millennio

Salvatore Vaccaro Notte è la prima vittima di mafia degli anni 2000. Era un piccolo imprenditore nel settore delle onoranze funebri, azienda avviata insieme al fratello Vicenzo negli anni '90 in provincia di Agrigento.

La loro attività era entrata in contrasto con un'altra, vicina alla famiglia Fragapane di Santa Elisabetta. Vincenzo Vaccaro Notte sarà ucciso a Sant'Angelo Muxaro nel novembre del 1999, Salvatore seguirà la stessa sorte tre mesi dopo. Condannato per entrambi i delitti sarà poi il boss Salvatore Fragapane, ex reggente del mandamento di Agrigento.

Era stato spacciato per suicidio, invece, l'assassinio dell'urologo Attilio Manca, il cui cadavere venne rinvenuto nella sua casa di Viterbo il 12 febbraio 2004. Secondo una prima ricostruzione, il medico sarebbe stato vittima di un'overdose, l'esame autoptico rivelò effettivamente la presenza di sostanze stupefacenti nel suo sangue.

La Procura di Viterbo ha riaperto le indagini nel 2008, il caso è piuttosto controverso ed ancora oggi non si ha una tesi precisa. La pista mafiosa è stata sollevata da alcune rivelazioni di collaboratori di giustizia, secondo i quali Attilio Manca avrebbe fatto parte dell'équipe che nel 2003, a Marsiglia, avrebbe operato alla prostata il boss Bernardo Provenzano. Il movente dell'omicidio sarebbe stato, pertanto, quello di coprire le tracce del padrino che, all'epoca, era ancora latitante. Un tragico errore, invece, l'assassinio del pensionato Giuseppe D'Angelo: l'anziano venne freddato dai killer nella frazione palermitana di Sferracavallo, scambiato per il boss Bartolomeo Spatola. Infine il caso di Enzo Fragalà, certamente la più illustre tra le vittime di mafia del XII secolo.

Avvocato ed ex deputato di Alleanza Nazionale, venne aggredito e preso a bastonate all'uscita dal suo studio legale di Palermo, il 23 febbraio del 2010. Morì in ospedale, dopo tre giorni di coma. Lo scorso 15 marzo sono state arrestate sei persone, accusate del delitto. Secondo gli investigatori, l'agguato sarebbe stato ordinato dai vertici di Cosa Nostra perché Fragalà avrebbe spinto i suoi clienti ad aprirsi maggiormente ai giudici.