Una sentenza destinata a far discutere e che riaccende il tema dell'omofobia e dei diritti umani. Un tribunale indonesiano, nella provincia di Aceh a nord dell'isola di Sumatra, ha emesso una sentenza con cui ha condannato due uomini di 20 e 23 anni a subire 85 frustate ciascuno con una canna di bambù in pubblico perché erano stati scovati ad avere un rapporto sessuale. Stando alle notizie che arrivano dall'Indonesia, i due uomini non sono stati assistiti da avvocati durante il processo, rappresentandosi da soli, e sembra non vogliano ricorrere in appello.

A nulla dunque sono valse le richieste arrivate da varie organizzazioni dei diritti umani che hanno provato ad evitare il peggio. La provincia di Aceh, il cui capoluogo è Banda Aceh, è l'unica del paese asiatico in cui vige la sharia a cui viene affiancata la legislazione nazionale.

Omofobia diffusa nella provincia di Aceh

È stato provato che gli imputati sono colpevoli di aver commesso sodomia”, con queste parole il presidente del tribunale della provincia di Ameh, Kharil Jamal ha pronunciato la sentenza di condanna. Si tratta del primo caso di fustigazione in pubblica piazza da quando nel 2014 è stata reintrodotta la legge contro l'omosessualità. Questa prevede, per chi viene trovato ad avere rapporti sessuali, pene come cento fustigate, cento mesi di prigione o il pagamento di 1 kg di oro.

Nel caso di specie c'è stata una riduzione di 15 frustate perché sembra che i due uomini abbiano collaborato con le autorità. “Il verdetto farà aumentare la paura all’interno della comunità Lgbt, non solo ad Aceh ma in molte altre province conservatrici dell’Indonesia”, le parole di Andreas Harsono, rappresentante dell'organizzazione Human Rights Watch.

Stando ai dati provenienti proprio da HRW nel 2016 nella provincia di Aceh sono state fustigate 339 persone.

Una sentenza omofoba nella giornata contro l'omofobia

La decisione del tribunale indonesiano arriva proprio nella giornata mondiale contro l'omofobia, quasi a voler lanciare la sfida a chi combatte questa forma di discriminazione e lotta per i diritti umani.

Tanti ancora i casi segnalati di omofobia, bifobia e transfobia nel mondo, con 72 stati in cui ancora viene considerato un reato e tredici che addirittura puniscono questi comportamenti con la pena di morte. Sono tutti paesi che si trovano in Africa e Medio Oriente: tra essi Arabia Saudita, Pakistan, Iran, Iraq, Siria, Nigeria, Somalia, Yemen, Sudan, Mauritania, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Afghanistan.