Mentre Trump e Erdogan sono a colloquio riservatissimo sulle questioni più calde dell'attualità, davanti all'ambasciata turca a Washington è il caos: i sostenitori e i detrattori del presidente Erdogan hanno sfilato in due cortei contrapposti che si sono incontrati proprio davanti alla sede diplomatica di Ankara. Subito sono cominciate le tensioni tra i due gruppi e parecchie persone sono rimaste ferite; la polizia è sul posto per cercare di placare gli animi e alcuni tra i manifestanti più facinorosi sono già stati fermati e accusati di eccesso di violenza e turbamento dell'ordine pubblico.

Lotta al terrorismo

La questione più importante che il presidente statunitense e quello turco stanno affrontando è quella della lotta al terrorismo internazionale di matrice islamista: gli Stati Uniti e la Turchia hanno come obiettivo comune la sconfitta definitiva del sedicente Stato islamico e la stabilizzazione della regione mediorientale. Il problema principale da affrontare subito è cosa ne sarà della Siria dopo la guerra, in particolare il destino del dittatore Bashar Al Assad e i rapporti tra le varie etnie che compongono il Paese: se gli Stati Uniti aiutano le milizie curde contro gli jihadisti, Ankara non vuole assolutamente che in futuro i curdi si organizzino e creino un loro Stato autonomo.

Armeni e curdi

Una delle accuse che i manifestanti stanno rivolgendo ad Erdogan è proprio quella di una eccessiva repressione nei confronti delle comunità armene e curde della Turchia, che stanno pagando il prezzo più alto delle epurazioni volute dal governo turco dopo il fallito golpe del 14 luglio dell'anno scorso. I curdi in particolare sono mal tollerati da Erdogan che li vorrebbe relegati ad un ruolo marginale nella comunità turca e non accetta che questo gruppo etnico voglia essere rappresentato nelle istituzioni turche e creare in futuro un loro Stato autonomo ed indipendente.

La nuova costituzione turca

La riforma della Costituzione turca voluta da Erdogan è stata approvata con un referendum popolare, anche se per pochissimi voti, e ora il presidente turco vuole usare i nuovi poteri per usare il pugno di ferro nei confronti dei suoi oppositori politici. Il mancato rispetto dei diritti umani è una questione molto controversa in Turchia, e molto spesso il governo di Ankara è stato messo sotto accusa dalla comunità internazionale per torture e arresti senza nessun motivo di sostenitori e simpatizzanti dei partiti di opposizione.