Un omicidio che racconta una storia di povertà, degrado, marginalità, disperazione e tossicodipendenza. Si chiamava Felice Lisi, aveva 23 anni, oggi è stato trovato morto con profonde ferite al collo e allo sterno. A dare l'allarme è stata proprio colei che l'ha ucciso, la sua compagna, Pamela Celani, di 27 anni. Aveva chiesto aiuto disperata alla vicina di casa. Ora è in stato di fermo per omicidio volontario, ma il movente non è passionale.
La ricostruzione dei fatti
A chiamare i soccorsi era stata poco dopo le 11 proprio la compagna di Felice Lisi.
La coppia abitava in un vecchio casolare, appartenuto ai nonni paterni di Lisi, che si trova isolato in campagna in località Guardaluna alla periferia di Ceprano, cittadina a 20 chilometri da Frosinone.
In un primo momento la donna sconvolta, ha chiesto aiuto a una vicina di casa disperandosi perché il convivente era agonizzante a terra in un bagno di sangue e, a suo dire, si sarebbe procurato le ferite mortali da solo. Dato l'allarme, ogni soccorso da parte del personale del 118 è stato inutile. Oltre a carabinieri e polizia, sul posto sono intervenuti il medico legale e il magistrato. A procurare la morte del ragazzo, sarebbe stata una ferita tra collo e costato, ma solo l'autopsia che sarà disposta forse domani, potrà dare chiarimenti in merito.
La versione fornita dalla donna che nel pomeriggio ha avuto un malore ed è stata portata in ospedale, non ha convinto da subito gli investigatori ed ora è in stato di fermo per omicidio volontario. Secondo la prima ricostruzione fatta dai carabinieri del Reparto operativo di Frosinone e della Compagnia di Pontecorvo, dopo una lite sfociata per futili motivi, la fidanzata ha impugnato un grosso coltello da cucina, del tipo di quelli che si usano per il pane, e trafitto più volte Lisi all'addome e alla gola.
Un omicidio maturato in un contesto di tossicodipendenza e degrado
Ieri mattina verso le 11, la coppia ha litigato violentemente ma, sono convinti gli inquirenti, non per ragioni di gelosia o per diverbi di natura sentimentale. Entrambi erano tossicodipendenti, vivevano in condizioni di precarietà estrema tra espedienti e piccoli furti.
Per un furto erano stati arrestati e scarcerati tempo fa, ed erano tornati nell'abitazione fatiscente. Che fossero in una situazione di degrado, era cosa nota all'amministrazione locale. Tant'è che il sindaco di Ceprano, Marco Galli, proprio qualche giorno fa, lo scorso 25 maggio, aveva inviato i vigili a compiere un sopralluogo nell'abitazione e aveva anche fatto inoltrare una relazione ai carabinieri.
L'istituzione locale, dopo diverse segnalazioni ai Servizi Sociali, si era mossa perché il caso arrivasse all'attenzione dei magistrati e la procura di Frosinone affidasse entrambi a una comunità terapeutica. Ma gli eventi sono precipitati prima che si potesse concretizzare quanto il sindaco auspicava. Un movente vero e proprio al momento non c'è. L'amore criminale però pare proprio non c'entri nulla.