La Corte di Cassazione oggi è chiamata a decidere della validità della contestazione presentata da Alberto Stasi in via straordinaria, sulla condanna inflittagli per l'omicidio della sua fidanzata Chiara Poggi, avvenuto 10 anni fa. Il Giudice Roberto Aniello ha chiesto che non venga derogata la condanna a più di 15 anni inflitta allo studente dai Tribunali di Milano. I difensori del ragazzo hanno invece presentato un'istanza in cui si evidenziano le inesattezze della Corte d'appello del capoluogo lombardo, che prima chiese l'assoluzione a Stasi per ben due volte, poi lo condannò definitivamente.
Se la Cassazione dovesse accettare la richiesta, l'imputato ritornerebbe libero, in attesa che si riformuli un nuovo processo. La suprema corte infatti è generalmente chiamata ad valutare i verdetti degli altri processi e confermare o assolvere i condannati, oppure revocare giudizi che contengano vizi. Entro domani è atteso il parere sulla disposizione. E' stata proprio la corte ad annullare 4 anni fa il verdetto di innocenza di Stasi e a rinviarlo a processo nuovamente, dove poi venne condannato. L'accusato si è sempre dichiarato innocente.
Il ricorsi dell'imputato
La contestazione secondo il magistrato non sarebbe da ritenersi valida, anche se i difensori del ragazzo hanno sottolineato il mancato ascolto dei testimoni nei precedenti giudizi, e quindi un processo non giusto.
Il verdetto secondo loro va annullato. Non sarebbero state ammesse circa 20 prove, ritenute validissime dagli avvocati di Stasi per scagionare l'imputato definitivamente. Sono tutti rilievi scientifici prelevati dalla bicicletta del giovane e in casa di Chiara, sulle tracce di sangue evidenziate anche sulle suole dell'accusato.
Ci sarebbero anche da riconvocare alcuni testimoni, i vicini di casa Poggi e il medico del 118 che entrò per primo in casa della vittima. Inoltre molto importante, la difesa sostiene infine che non può essere impugnata una sentenza nel senso della responsabilità penale dell'imputato, senza avere mai avuto la possibilità di rinnovare la disposizione dibattimentale, attraverso il riesame dei soggetti che hanno reso testimonianza nelle precedenti udienze.
Sarebbero inoltre stati violati i sostanziali diritti dell'uomo nei precedenti processi, sanciti dalla suprema corte Europea. Nella sentenza del processo di appello bis c'è un errore vistoso, manifestato nell'assunzione di prove ritenute fondamentali.