"Era contaminato dall'acqua e dall'aria": le parole di Verona Popescu, la rumena di 50 anni che ha ucciso il suo compagno Claudio Palladino, hanno lasciato allibiti gli inquirenti che la interrogavano. L'omicidio è accaduto venerdì mattina nella loro abitazione a Modena in via Mare Adriatico. La donna ha infierito con otto coltellate per poi evirarlo. Arrestata per omicidio volontario aggravato e sentita dagli inquirenti in Questura, ha fatto un racconto dell'accaduto "folle" che ora andrà interpretato.
Il movente farneticante: evirato perché 'contaminato'
Agli agenti di polzia e alla scientifica giunti sul posto un'ora dopo l'omicidio, chiamati proprio da lei, Verona Popescu ha chiesto di andare a controllare i genitali del povero Palladino dicendo che erano contaminati come tutto il corpo dell'uomo. Originario di Montemiletto in provincia di Avellino, quadro aziendale presso l'azienda Manitou di Castelfranco Emilia, Palladino ha tentato di difendersi ma è stato sopraffatto dalla furia di Verona. Fin da subito, dopo l'omicidio, gli inquirenti faticavano a trovare un movente. La rumena, infatti, mentre davanti al pm Lucia De Santis e alla squadra Mobile ha ricostruituito lucidamente come ha commesso il crimine, non ha saputo fornire un movente.
Frasi e parole deliranti
Il movente difatti ancora non c'è, a meno che non si prenda per buona la spiegazione da parte della donna a dir poco 'fantasiosa', bizzarra. Parole "folli" che in un primo momento gli investigatori avevano preferito non divulgare pensando fossero dettate dalla condizione di choc della donna dopo l'efferato crimine commesso.
Sosteneva che l'uomo della sua vita che lei amava era colpevole di avere macchie e segni sulla pelle, effetto di una contaminazione causata da acqua e aria. Una mania persecutoria, un delirio, uno stato di confusione mentale reale o una simulazione per nascondere ben altri moventi? Spetterà ora agli inquirenti cercare di stabilire se la donna dica la verità a suo modo, pure se imprigionata nella follia, o nasconda altro.
A scatenare il suo raptus sarebbe stato il fatto che Palladino sottovalutava la sua preoccupazioni per le "macchie" in realtà inesistenti e si comportava da "nemico" accusandola di mania. Domani l'ex badante affronterà l'interrogatorio di garanzia.
Il difensore chiederà una perizia psichiatrica
Il difensore di Verona Popescu, Francesco Varvaro, presente all'interrogatorio che si è svolto in Questura, chiederà domani nel corso dell'udienza di convalida dell'arresto una perizia psichiatrica della sua assistita. Le frasi farnaticanti dell'ex badante, anche se sincere, vanno "interpretate", collegate a uno sfondo mentale abitato forse da gravi disturbi. Da quanto emerso finora, infatti, non c'era un quadro domestico di violenze da parte dell'uomo, tantomeno di tipo sessuale come l'evirazione indurrebbe a credere.
A quanto pare, i litigi negli ultimi tempi dipendevano dal fatto che Palladino, conosciuto come uomo buono, invitava la compagna a seguire una cura psicologica per abbattare i suoi fantasmi mentali tramutati in mostri l'altra mattina. La difesa cercherà di evidenziare l'incompatibilità della Popescu con la misura di custidia cautelare in carcere. L'omicidio pare sia avvenuto al culmine di un litigio iniziato perché alle 5 delle mattina Verona avrebbe versato dell'olio sul viso del compagno che stava dormendo. Un gesto che una persona in pieno possesso delle proprie facoltà non farebbe.