"Cappuccio rosso" era il suo nome di battaglia da quando aveva indossato una sciarpa rossa diventata un po' come una seconda pelle, con cui si era coperta la testa in occasione di proteste e drammatici scontri di piazza con la polizia turca nel 2013.
Lei si chiamava Ayşe Deniz Karacagil e nella sua breve vita ha intrapreso la via estrema, trasformandosi da attivista contro il governo del "sultano" Erdogan a combattente armata contro gli integralisti musulmani, i terroristi di Daesh. E proprio nel corso di un combattimento contro i miliziani di Daesh, a Raqqua in Siria, secondo quanto riportato da fonti curde e turche, è morta martedì mattina a 24 anni.
Una vita breve ma intensa
"Cappuccio rosso" ha avuto un'esistenza tanto breve quanto travagliata e intensa. Poco più che ventenne era stata arrestata per aver partecipato in prima linea da attivista alle proteste di Gezi Park: si è trattata di una manifestazione in piazza contro la costruzione di un centro commerciale da mettere al posto del parco Gezi, ultimo polmone verde nel centro di Istanbul. Una protesta iniziata con un sit in di 50 ambientalisti a cui si sono aggiunte un migliaio di persone. In quell'occasione sono state impiegate dal governo di Erdogan squadre antisommossa che, all'insegna di una violenta repressione, hanno attaccato i manifestanti fino a una guerriglia urbana che ha provocato 9 morti e decine di feriti.
La ragazza aveva aderito al partito leninista marxista russo e il suo foulard rosso era stato additato come prova di una sua militanza terroristica. Condannata addirittura a 103 anni di carcere per le proteste a Gedi Park, su decisione del giudice è stata rimessa in libertà vigilata. Da quella volta però il suo foulard non le è stato più restituito, ma le è restato il soprannome.
Dopo la condanna nel 2014 e alcuni mesi comunque trascorsi in un carcere di massima sicurezza, la svolta: decide di unirsi al movimento di liberazione curdo prima, e poi di andare a combattere contro l'Isis in Siria come tanti ragazzi e ragazze idealisti.
A vederla nelle tante immagini che in queste ore circolano sul Web, più che una spietata combattente, sembra una promettente e gioiosa ragazza, sempre pronta a sfoderare un sorriso più che un'arma mortale.
Tuttavia Deniz era entrata nelle milizie femminili curde in lotta, al pari di quelle maschili, per la liberazione di Raqqa dall'Isis e per difendere la regione autonoma del Rojava con il "Freedom International Battalion".
Il fumettista Zerocalcare l'ha omaggiata nel libro Kobane Calling
Sembrava un personaggio epico, da libro, o film, "Cappuccio Rosso". Sarà per questo che la sua storia ha impressionato il fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare che l'ha conosciuta e tratteggiata in un libro dedicato alla liberazione di Kobane, città curda caduta nelle mani dei terroristi Isis e poi riconquistata. Il fumettista in un post sul suo profilo Facebook ha voluto dare a suo modo la notizia della morte della giovane guerrigliera.
Sulla sua morte notizie confuse e incerte
In realtà si sa poco e niente sulle circostanze della sua morte, non ci sono dettagli né conferme ufficiali, Ma il Web in queste ore è inondato da testimonianze di attivisti ed ex compagni di lotta che lasciano pensieri o frasi ricordo.
Proprio come capita alle eroine senza tempo o ai personaggi dei fumetti, la sua figura umana è già leggenda. Aveva sposato la causa della libertà, lottava per liberare la Siria dal terrore Isis ed è morta per questo.