Un Infanticidio commesso perché non voleva il bambino, voleva sbarazzarsene, cancellarne ogni traccia, come se non lo avesse mai concepito, aspettato, e tanto meno partorito. Eppure lo ha partorito, ma aveva già studiato lucidamente il modo di ucciderlo. E così, dopo averlo fatto nascere da sola nel bagno di casa, lo ha colpito mortalmente con un paio di forbici e gettato nella spazzatura come un rifiuto. La cronaca deve dare conto, purtroppo, anche di atroci trame oscure della mente umana, di efferati omicidi come quello che una donna inglese, Rachel Julie Tunstill, una "mente criminale" laureata in psicologia forense, ha commesso nei confronti della creatura che aveva appena dato alla luce.

Ora si è aperto il processo a Preston.

Uccide il neonato con 15 forbiciate: tradita da una visita in ospedale

I fatti risalgono allo scorso gennaio. Mentre il suo compagno, che non si è accorto di nulla, giocava beatamente ai videogame in soggiorno, la donna è andata in bagno dove c'è stata tre ore e, secondo la ricostruzione fatta, in circa una ventina di minuti ha compiuto la parte sconvolgente dell'"operazione": dopo che da sola aveva partorito il bambino, l'ha ucciso con 15 forbiciate, l'ha avvolto in due sacchetti di plastica e l'ha gettato tra i rifiuti. Sarebbe rimasta impunita, avrebbe forse mantenuto a vita il suo orrendo segreto se, causa forza maggiore, non fosse stata costretta ad uscire allo scoperto.

Dopo l'infanticidio, infatti, la donna si è vista obbligata a recarsi in ospedale per dolori al ventre e problemi ginecologici. Sottoposta alla visita, i medici hanno capito subito che aveva partorito da poco e dopo alcune domande è stata smascherata ed è scattato l'allarme: i sanitari hanno avvisato le forze dell'ordine. Il corpicino del piccolo devastato dalle ferite mortali, è stato trovato dalla polizia nella pattumiera in cucina.

Una scena che anche gli inquirenti con più esperienza e abituati al peggio, non avrebbero mai voluto vedere e che non dimenticheranno.

Madre assassina a processo

Rachel Julie Tunstill è ora sotto processo al tribunale di Preston. Secondo l'accusa, la donna aveva lucidamente studiato nei minimi termini un piano per risolvere "il problema" e sbarazzarsi del figlio appena partorito.

Dagli accertamenti compiuti dagli inquirenti su cellulare e iPad sequestrati alla donna, è emerso che l'infanticida aveva fatto specifiche ricerche su metodi per abortire. Al partner aveva riferito che si era trattato di un aborto spontaneo e di averne avuto un altro in precedenza, che si sarebbe procurata con un thè alle erbe, circostanza ora al vaglio degli investigatori. In questo caso sarebbe riuscita a nascondere l'avanzare della gravidanza fino a partorire di nascosto e a uccidere il neonato. Dal canto suo, la donna continua a proclamare la sua innocenza, ma dall'autopsia sul corpicino del piccolo emerge che è nato vivo ed è morto per le ferite che gli sono state inferte. Una vicenda doppiamente assurda: un compagno che non si accorge di nulla, e una donna che spietatamente uccide il figlio.