L'instabilità dell'area medio orientale non ha risparmiato nemmeno una delle più importanti Petro-monarchie della zona. Nei giorni scorsi il Qatar si è ritrovato isolato da alcuni dei più importanti paesi della zona del Golfo Persico, capeggiati dall'Arabia Saudita. Il motivo dell'inasprirsi dei rapporti sarebbe da ricercare nella tendenza politica del Qatar di essere "amico di tutti e nemico di nessuno", le accuse mossegli riguarderebbero infatti l'appoggio che lo stato avrebbe fornito e fornirebbe tutt'ora ai gruppi terroristici ed antigovernativi attivi nella zona del Golfo.

Le gocce che hanno fatto traboccare il vaso sarebbero due: l'appoggio dimostrato dallo stato nei confronti del famigerato movimento politico Fratelli Musulmani, considerato di fatto come un gruppo terroristico da tutti gli interlocutori del Qatar, e l'apertura diplomatica nei confronti dell'Iran, nemico giurato dell'Arabia Saudita, che ha poi trascinato nella disputa anche gli EAU, l'Egitto, lo Yemen ed il Bahrain.

Le accuse

Il Qatar è accusato di finanziare e fornire appoggio politico a diversi gruppi terroristici ed antigovernativi attivi nella zona medio orientale, oltre che di essere troppo aperto nei confronti dell'Iran. Nei giorni scorsi l'agenzia di stampa del Qatar avrebbe infatti riportato parte di un discorso dell'Emiro al-Thani, attualmente a capo del paese, in cui veniva sottolineata l'importanza di un'apertura diplomatica nei confronti del gigante sciita, tanto inviso ai sauditi ed ai loro alleati.

Lo stato di al-Thani è accusato anche di sostenere e sovvenzionare i ribelli filo-iraniani in Yemen, Fratelli Musulmani in Egitto, gli islamisti di Al-Qaida ed addirittura Daesh (il famigerato Stato Islamico o ISIS, che dir si voglia). C'è da dire che però le accuse di sostenere gli Jihadisti non sono suffragate da prove evidenti, almeno per ora.

Gli interlocutori

Le ragioni che avrebbero portato l'Arabia Saudita, gli EAU ed il Bahrain ad una repentina chiusura nei confronti del Qatar risiederebbero principalmente nei rapporti di quest'ultimo con l'Iran, con cui stati in questione sono in tensione da lungo tempo. Per quanto riguarda l'Egitto e lo Yemen, invece, il pomo della discordia sarebbe una vera e propria ingerenza politica indiretta sul territorio, infatti, sostenendo i gruppi antigovernativi attivi nelle due zone, il Qatar contribuirebbe a minare l'autorità dei due governi locali.

Una ragione simile ha portato anche il governo libico, quello di Haftar,a chiudere le relazioni con il Qatar, mentre il governo di Tripoli è ancora in bilico. L'Iran, la Turchia, l'Oman ed il Kuwait si sono invece dimostrati, più o meno apertamente, parteggiare per il Qatar.

La chiusura dei confini

L'Arabia Saudita, unico paese confinante con il Qatar ha proclamato la chiusura del confine, lasciando due settimane di tempo ai cittadini dei due paesi per poter ritornare al proprio paese d'origine. L'Egitto ha dato un'ultimatum di 48 ore all'ambasciatore del Qatar per poter tornare nel proprio stato, manovre simili saranno probabilmente adottate anche dagli altri stati in gioco. Buona parte dei voli, principalmente mutuati da Qatar Airlines ed Emirates, che collegano il Qatar agli altri stati del golfo è stata cancellata o temporaneamente sospesa.

L'occidente

Per ora gli stati occidentali si limitano ad osservare, non potendo in alcun modo interferire a causa degli ingenti interessi economici in gioco, i cittadini del Qatar sono infatti investitori importanti per l'occidente, basti pensare che buona parte delle azioni di Meridiana Airlines, dei grattacieli di Milano, della Costa Smeralda e della city londinese, sarebbe in mano a loro, senza contare gli investimenti in alcune squadre di calcio molto importanti, come il Barcellona. Si temono quindi conseguenze economiche e politiche per potrebbero coinvolgere anche le potenze occidentali, compresi gli Stati Uniti, che hanno una base militare molto attiva in Qatar. A rischio anche i mondiali di calcio del 2022.