Con una nota rilasciata dal Ministero della Difesa lo scorso 1 giugno, la Russia ha affermato di aver portato avanti un bombardamento sistematico delle milizie appartenenti allo Stato Islamico che stavano lasciando la città di Raqqa. Una coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti supporta un'alleanza tra milizie arabe e curde per la riconquista della città, principale snodo strategico per le operazioni dello Stato Islamico in Siria. Secondo il Ministero della difesa di Mosca però la Forza Democratica Siriana (SDF), una sigla che coinvolge diverse milizie tra cui la potente compagine curda dello YPG, durante l'ultima settimana di maggio avrebbe interrotto l'offensiva lasciando sguarnito il confine meridionale di Raqqa che i militanti dello Stato Islamico stava utilizzando per lasciare la città.

L'aviazione russa avrebbe quindi bombardato i convogli militari diretti a Palmira nelle giornate del 25, 29 e 30 maggio causando la morte di 80 terroristi e la perdita di 36 veicoli, 8 serbatoi di carburante e 17 furgoni sui quali erano stati installati mortai e mitragliatrici. Il Ministero Russo ha affermato nella medesima nota che "ogni tentativo da parte dei miliziani dello Stato Islamico di lasciare Raqqa per riparare a Palmira verrà duramente bloccato aggiungendo che l'aviazione russa in Siria possiede i mezzi e la potenza di fuoco sufficiente a distruggere i terroristi ad ogni ora del giorno e della notte". La Russia inoltre durante la settimana ha utilizzato anche il proprio equipaggiamento navale per colpire obiettivi terrestri; nella giornata di mercoledì 31 maggio infatti una nave da guerra ed un sottomarino hanno lanciato quattro missili cruise dal Mediterraneo per colpire alcuni obiettivi dello Stato Islamico nei pressi di Palmira

Gli interessi di Mosca

Negli ultimi due anni il Cremlino è sceso in campo direttamente all'interno del conflitto siriano a supporto del presidente Bashar al Assad scontrandosi sia con le forze ribelli che, soprattutto, contro lo Stato Islamico.

L'impegno di Mosca non si è sviluppato solo sul piano militare ma anche su quello diplomatico patrocinando i colloqui di Astana assieme a Iran e Turchia allo scopo di ottenere un cessate il fuoco e una risoluzione della contesa. La Russia appare intenzionata a difendere ad ogni costo la posizione del Presidente e a preservare l'unità del paese evitando che la guerra in atto da più di 6 anni si concluda con uno sgretolamento dello Stato Siriano.

Il Cremlino inoltre è intenzionato a mantenere il controllo sulle proprie basi militari presenti sul territorio siriano, fondamentali per consentire alle navi da Guerra russe di avere accesso al Mar Mediterraneo.