Rosaria Aprea, Miss Eleganza 2016, 24 anni di Macerata Campania, era diventata un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Ora è stata condannata a tre anni di reclusione dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. La condanna, in primo grado, è per stalking nei confronti dell'ex compagno, Pasquale Russo, e dei suoi più stretti familiari. Insieme all'Aprea sono state condannate, con pene leggermente più lievi, le sue amiche e complici Jeanette Boutria, 28 anni originaria di Portico, e Marianna Bifone di 26 anni. La Boutria è stata condannata a 2 anni e 4 mesi di reclusione, mentre la Bifone a 18 mesi.

Violazione dell'ordine restrittivo

La condanna è stata inflitta perché Rosaria Aprea, agli arresti domiciliari già da gennaio scorso, avrebbe violato, a Natale dello scorso anno, l'ordinanza del Tribunale che la obbligava a rimanere a debita distanza da Pasquale Russo, 36 anni, e dalla sua nuova fidanzata, Maria Lettieri. Il divieto di avvicinamento era già in vigore fin dall'aprile del 2016. Secondo la denuncia di Russo, infatti, la Aprea lo avrebbe intenzionalmente investito con la macchina. L'ordine restrittivo portava la firma del Gip Nicoletta Campanaro.

Russo messo sotto con la macchina dalla Aprea

Russo all'uscita dal lavoro si sarebbe trovato di fronte l'ex fidanzata che prima lo avrebbe insultato e poi non soddisfatta avrebbe pigiato l'acceleratore investendolo.

Trasportato in ospedale, Russo fu giudicato guaribile in pochi giorni. Da qui la denuncia e l'emissione dell'ordinanza notificata anche contro Bifone e Boutria. A Natale le tre amiche si sarebbero di nuovo presentate a casa dei genitori del Russo, per prelevare il figlio di 4 anni che Aprea ha insieme all'ex compagno e lì erano presenti anche lo stesso Russo e la fidanzata, Maria Lettieri.

Gli esiti della sentenza di condanna per Rosaria Aprea

Rosaria Aprea e le sue due amiche sono state difese dagli avvocati Giuseppe Foglia, Angelo Raucci e Stefano Vaiano. I legali hanno già depositato presso la Cancelleria del Tribunale la richiesta di revoca della misura restrittiva e sono riusciti a far decadere le accuse di aggressione e di diffamazione.

Inoltre, aspettano di leggere le motivazioni della sentenza per proporre appello contro la stessa. Infatti affermano di aver dimostrato in fase dibattimentale la completa inaffidabilità del Russo e di aver fatto crollare la sua ricostruzione dei fatti di aprile 2016. I legali sostengono, ad esempio, che tra l'auto di Rosaria Aprea e Russo non ci fu contatto, come dimostrerebbero le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in loco.

Il figlio in affido privilegiato alla Aprea

Va precisato, fanno notare sempre i legali della Aprea, che la sera della vigilia di Natale dello scorso anno Rosaria si era recata a prendere il figlio a casa del padre di Pasquale Russo, perché il Tribunale minorile le aveva concesso l'affido privilegiato del piccolo M. Solo che il Tribunale, dato il divieto di avvicinamento, aveva stabilito che lo scambio del bambino dovesse essere fatto dai nonni.