Sono passati 36 anni da quei 3 lunghi giorni in cui tutta Italia rimase attaccata al televisore con il cuore pieno di angoscia e di speranza. Una speranza che si rivelò vana, perché la tragedia ebbe l'epilogo peggiore, la morte di un innocente di soli 6 anni. Oggi non è insolito assistere alla diretta di una tragedia, ma allora fu la prima volta che il dolore fu trasmesso in diretta tv, ed il ricordo è ancora indelebile.

La tragica vicenda di Alfredino Rampi

Alfredino Rampi, 36 anni fa, scivolò in un pozzo artesiano nella località di vermicino, vicino Roma, e vi rimase incastrato senza che i vigili del fuoco e i numerosi soccorritori potessero tirarlo fuori prima che la vita lo abbandonasse.

Anche l'allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, rimase sul bordo del pozzo a pregare e sperare a fianco della mamma distrutta. Franca Rampi fu la prima persona a comunicare in diretta il dolore più grande che si possa provare, la morte di un figlio. La mamma ha più volte ripetuto nel tempo che l'unica speranza che le era rimasta era che la vicenda del figlio servisse ad aiutare altre vite.

La dignità della mamma Franca

Un dolore pieno di dignità, il suo, che si è trasformato in impegno sociale con la fondazione del Centro Alfredino Rampi. Il centro ha lo scopo di evitare che si ripetano tragedie simili: circa 240 mila bambini e ragazzi sono accolti per partecipare ad incontri con i professionisti della sicurezza, vigili del fuoco, protezione civile e speleologi.

La morte di Alfredino fu anche causata dall'inesperienza e da manovre improvvisate, certamente oggi l'epilogo sarebbe stato differente. Tutti all'epoca abbiamo assistito alla sconfitta dei tentativi di riportarlo vivo alla luce del sole, tutti abbiamo visto l'inutilità del coraggio e della tenacia dei soccorritori, spesso in lacrime dovute all'impotenza.

Alfredino, il primo reality tragico

Da quella diretta l'Italia si è abituata ad avere costantemente il dolore raccontato dal vivo: da Cogne ad Avetrana, le tragedie si sono presto trasformate in eventi che alzavano l'audience, che attiravano un turismo malato, che facevano vendere. I primi piani della signora Franca in lacrime soppiantarono la cronaca nera, persino i sequestri delle Brigate Rosse, i segreti della P2 e l'attentato a papa Wojtyla.

Le immagini del pozzo erano più forti e i soccorritori ancora non riescono a dimenticarle dopo 36 anni. Racconta Maurizio Bonardo, il caposquadra dei vigili del fuoco romani che cercarono di trarre in salvo il piccolo, di non aver trovato mai pace per "la promessa non mantenuta" al padre di Alfredino, cioè quella di tirarlo fuori di lì.