Quella foto che lo ritraeva a cavalcioni sulla barriera che separa la curva dal campo di gioco, con la maglia inneggiante alla libertà ha fatto il giro del mondo ed è rimasta impressa nella memoria di molti italiani: è l'ultras accusato dell'omicidio dell'ispettore Filippo Raciti, morto a margine degli scontri del derby siciliano di calcio Catania-Palermo. E' genny 'a carogna, al secolo Gennaro De Tommaso: quel giorno intavolò una presunta trattativa con le autorità, per permettere il proseguimento della partita e placare gli animi dei tifosi, scaldati dalla voce che fuori dallo stadio era stato ucciso uno di loro.

Il capo ultras ricevette un 'daspo' e fu indagato in relazione a tale episodio.

Ora per lui si aprono le porte del carcere, ma questo non ha niente a che vedere con sport e tifoserie. Secondo gli inquirenti De Tommaso era a capo di una organizzazione criminale attiva nel quartiere Forcella di Napoli che importava ingenti quantitativi di droga, e avrebbe fornito stupefacenti a numerose piazze di spaccio del capoluogo partenopeo, ma anche a livello nazionale.

Accusato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga

Sono sedici gli arresti eseguiti dai Carabinieri su ordine del Gip di Napoli, secondo il quale gli arrestati avevano costituito una organizzazione per delinquere finalizzata al narcotraffico.

E secondo gli inquirenti, a capo del sodalizio criminale che avrebbe gestito grossi quantitativi di stupefacenti, ci sarebbe stato Genny 'a carogna, che avrebbe avuto collegamenti con trafficanti olandesi e avrebbe organizzato il trasporto della droga in Italia mediante autoarticolati. De Tommaso inoltre avrebbe anche gestito le relazioni con numerosi spacciatori operativi in piazze di spaccio nel territorio partenopeo e in altre parti d'Italia.

Il sodalizio era finito nel mirino dell'antimafia

Ad indagare sul sodalizio criminale sono stati i Carabinieri, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Gli inquirenti hanno documentato i collegamenti tra i fornitori olandesi e la banda di Forcella. L'operazione che ha aperto le porte del carcere per l'ultras partenopeo e altre quindici persone è il seguito di un'altra imponente operazione antidroga che nel Gennaio scorso aveva condotto ad un centinaio di arresti. Se le accuse saranno dimostrate in tribunale questa volta De Gennaro potrebbe vedersi condannare a numerosi anni di reclusione.