Oggi avrebbe avuto 70 anni e chissà quali nuove sfolgoranti creazioni avrebbe proposto e fatto indossare a rockstar e principesse, suoi principali "seguaci". Era il 15 luglio del 1997 quando Gianni Versace, imperatore della Moda che ha costruito un impero finanziario, fu ucciso sulle scale della sua villa di Maiami da un killer, Andrew Cunanan. Il movente resta ancora sconosciuto. Quell'evento sconvolse non solo i familiari, ma il mondo della moda. Nessuno riusciva a crederci.

L'assassinio

Sono circa le 8 e 45 del mattino del 15 luglio del 1997 quando Gianni Versace, di ritorno dal suo consueto giro mattutino, dopo aver fatto colazione e comprato i quotidiani, sta facendo ritorno a Casa Casuarina, la sua villa di Maiami, su Ocean Drive.

Non fa in tempo ad arrivare all'ingresso. Sulle scale è raggiunto da due colpi di pistola, uno alla nuca, che un killer seriale, Andrew Cunanan, gli spara a bruciapelo. Versace si accascia a terra. A trovarlo è il compagno, Antonio D'Amico che sta facendo colazione in villa e, sentiti gli spari, si precipita fuori. La corsa all'ospedale è inutile: Versace è morto sul colpo a 50 anni. Il suo killer che aveva 28 anni, braccato, è stato poi ucciso dalla polizia il 23 luglio. Dopo anni di indagini, ipotesi, libri, l'omicidio ancora resta nel mistero.

Il funerale a Milano

Il giorno del suo funerale a Milano, tra una folla di diecimila persone, nel Duomo ci sono tutti i suoi più cari amici: la principessa Diana ignara del suo destino, (di lì a poco, il 31 agosto 1997, sarebbe morta anche lei), Elton John, Sting.

Poi le amiche top model, Naomi, Carla Bruni ed Eva Herzigova (è stato Versace a creare il mito delle top model). E gli stilisti, Missoni, Ferrè, Krizia, Biagiotti, Trussardi e Lagerfel, ma anche il suo grande rivale, Giorgio Armani. Tutti a riconoscere il suo genio e a piangere la sua esuberante vitalità troncata in maniera assurda.

L'età dell'oro della moda

I primi passi nel mondo della moda, Versace li ha fatti nell'atelier della mamma, sarta a Reggio Calabria. A 25 anni arriva a Milano e firma le prime collezioni per Genny, Complice e Callaghan. Nel '78 la sua prima collezione. La sua consacrazione a partire dal 1982 quando vince il premio "Occhio d'Oro" come "migliore stilista 1982/83 collezione autunno/inverno donna".

Inizia l'era Versace con la Medusa che diventa il logo della sua casa di moda conosciuta in tutto il mondo, simbolo della femme fatale che ammalia e pietrifica. Oltre alla moda, lavora per il teatro e disegna costumi dei balletti. Per fantasia, creatività, anticonformismo, la sua moda si impone, conquista il mercato europeo e soprattutto quello americano, sia per i materiali scelti, dalla pelle al metallo, che per gli abiti cortissimi se non trasparenti che liberano il corpo della donna o unisex. Tutti vogliono vestire Versace.

L'inventore delle top model

Lo stilista, grazie a un'intuizione dell'amata sorella Donatella, trasforma le top model in vere star, icone in passerella ma anche fuori, da Naomi alle altre.

La sua musa, Naomi Campbell, gli ha dedicato un tweet: "Sono passati 20 anni ma sei e resterai sempre nel mio cuore". E con lei a sfilare in passerella c'erano le super belle Carla Bruni, Cindy Crawford, Claudia Schiffer, Nadege, Christy Turlington, Linda Evangelista, Helena Christensen e Karen Mulder.

I riconoscimenti

Tra i tanti, il presidente della Repubblica dell'epoca, Francesco Cossiga, lo nomina Commendatore della Repubblica Italiana. Nel 1995 il prestigioso Time gli dedica una copertina definendolo icona dell’eleganza Made in Italy. Per il ventennale della morte, in preparazione un film, "Versace: American Crime Story". Nei panni di Donatella Versace c'è Penelope Cruz, sua grande amica.