Netanyahu ha deciso di rimuovere i metal detector dalla Spianata Delle Moschee per sostituirli con non meglio specificate nuove tecnologie di sicurezza e controllo. Il passo indietro fatto dal governo è evidente ed anche necessario dal momento che la situazione stava ormai precipitando in maniera pericolosa. Lo stesso Consiglio di Sicurezza dell'ONU aveva infatti chiesto allo stato ebraico, di risolvere il problema entro venerdì, con un invito, neanche tanto velato, a rimuovere i dispositivi installati per motivi di sicurezza. Per il Consiglio era reale la possibilità di innesco di una crisi internazionale che sarebbe potuta sfociare al di là dello stesso Medio Oriente, preoccupazione, quest'ultima, condivisa anche dagli stessi paesi amici di Israele.

Le pressioni sul governo ebraico sono dunque state intense e gli stessi Stati Uniti si sono mostrati seccati per la decisione del governo di Netanyahu, una decisione unilaterale che dava l'impressione di volersi appropriare della gestione e del controllo di un luogo sacro e che poteva dunque porsi come un limite alla libertà di preghiera.

Ricordiamo che la Spianata delle Moschee è per i musulmani il terzo luogo più sacro dopo La Mecca e Medina, ma allo stesso tempo sovrasta le mura dell'antichissimo Tempio di Gerusalemme, che è invece sacro per cristiani ed ebrei. La decisione dell'installazione dei metal detector alla Spianata era stata presa poco dopo l'uccisione di due poliziotti, avvenuta il 14 luglio scorso, ad opera di alcuni arabi israeliani; gli autori dell'attacco si erano poi rifugiati, con tutte le armi, nel sito sacro.

Da ricordare anche che le moschee, che attirano migliaia di fedeli sono più volte state utilizzate come base logistica per motivi non prettamente religiosi.

Anche il papa, facendo sue le parole dei Cristiani d'Oriente, aveva invitato alla moderazione e al dialogo, per evitare che problemi di natura politica si trasformassero in problemi di natura religiosa.

A questo punto c'è da capire da cosa verranno sostituiti i metal detector, perché il passo indietro di Israele, seppur necessario, appare come un segno di debolezza che lo stato ebraico non può permettersi di dare con in gioco la propria sopravvivenza. Resta il fatto che decisioni unilaterali come l'installazione dei metal detector sono per Israele un rischio quanto gli attacchi continui che subisce.