I timori espressi dal Pentagono si sono rivelati estremamente fondati. La Corea del Nord ha effettuato il 14esimo test missilistico dall'inizio del 2017 e, ciò che fa più paura, si tratterebbe anche in questa circostanza di un vettore intercontinentale come quello lanciato lo scorso 4 luglio. Come sempre accaduto in questi mesi, il regime di Pyongyang non ha scelto una data casuale. Il nuovo test è avvenuto in occasione del 64esimo anniversario dell'armistizio siglato per porre fine alla Guerra di Corea. Per essere precisi, quasi due giorni dopo visto che nella penisola coreana erano le 23.41 del 28 luglio (l'anniversario esatto cade il 27 luglio, ndr) quando è avvenuto il lancio.
Si tratta in tal senso di una novità, è la prima volta che il governo della Corea del Nord decide di effettuare un test in piena notte: gli altri erano stati effettuati tutti alle prime luci dell'alba.
Le prime notizie
Il vettore testato dal regime guidato dal giovane leader Kim Jong-un avrebbe tutte le caratteristiche di un missile balistico intercontinentale. Le prime notizie sono state fornite dal comando di Stato Maggiore della Corea del Sud, il missile sarebbe partito dalla provincia settentrionale nordcoreana di Chagang. Immediata da risposta dei governi della citata Corea del Sud e del Giappone. Il presidente Moon Jae-in ed il premier nipponico Shinzo Abe hanno convocato a Seoul ed a Tokyo una riunione urgente dei rispettivi consigli di sicurezza nazionale.
La conferma degli Stati Uniti
Anche Washington ha confermato il lancio del missile, il Pentagono sta valutando il tipo di vettore utilizzato, ma si tratterebbe di lancio molto simile a quello effettuato lo scorso 4 luglio. Nella circostanza venne testata un'arma balistica che, teoricamente, potrebbe essere in grado di raggiungere l'Alaska e, dunque, di colpire il territorio americano con una testata nucleare.
Anche l'agenzia giapponese di Kyodo ha confermato che il vettore ha tutte le caratteristiche di un intercontinentale. Il portavoce del governo nipponico, Yoshihide Suga, ha riferito che il missile è rimasto in volo per circa 45 minuti prima di inabissarsi in un tratto di mare molto vicino alle acque territoriali del Giappone.
Le provocazioni di Kim, pertanto, sono sempre più aggressive. C'è da chiedersi quale sarà ora la reazione statunitense, visto che Donald Trump oltre all'approvazione di nuove sanzioni nei confronti del piccolo Stato comunista, non aveva escluso un intervento militare nel caso in cui la Corea del Nord avesse continuato proseguito i suoi test missilistici, nonostante la ribadita presa di posizione della comunità internazionale.