Era scontato che in molti si ribellassero alla novità presentata dal Consorzio della mozzarella di bufala campana dop, inerente l'inserimento, tra i prodotti con la denominazione protetta, del latticino congelato. Secondo gli oppositori, in tal modo non solo si stravolge un'eccellenza italiana, ma si rema contro una delle tradizioni più radicate in Campania. La mozzarella di bufala, infatti, dev'essere gustata "a caldo", a temperatura ambiente, se non scaldata leggermente, e mai i campani la metterebbero in frigorifero, figuriamoci in congelatore.

Ma ormai questa potrebbe diventare la realtà: qualora la nuova normativa dovesse essere approvata, il celebre latticino con marchio dop potrà essere anche congelato ed etichettato come "frozen". Questa denominazione che richiama alla memoria un celebre film Disney, non deve farci dimenticare che, in questo modo, la mozzarella rischia di perdere la sua tipicità di prodotto fresco finito.

In molti si sono opposti a questa proposta, anche in Parlamento, dove la deputata PD Colomba Mongiello, insieme a Confagricoltura Caserta e al suo presidente Puoti, ha evidenziato che la modifica farà perdere molte caratteristiche ad un prodotto tutelato con marchio Dop. L'assurdità è che la mozzarella è difesa dagli allevatori che forniscono il latte, piuttosto che dagli stessi produttori e dal Consorzio di Tutela, il cui presidente, Mimmo Raimondo (colui che ha aperto la strada al prodotto congelato), ha risposto che la tecnica del congelamento non cambia la natura del latticino e che non è possibile ragionare ancora come nel periodo in cui i frigoriferi non esistevano.

Così come tutto il pesce dev'essere abbattuto prima di essere consumato, anche la mozzarella può essere congelata per poi tornare ad essere, una volta decongelata, integra e buona come quella fresca. Raimondo ha spiegato che questa presa di posizione è stata assunta perché il mercato internazionale del prodotto caseario congelato appartiene alle multinazionali, e soprattutto perché questo procedimento abbatterebbe i costi per l'esportazione.

Il trasporto senza liquido è molto meno costoso per un discorso relativo al peso, e la mozzarella potrebbe arrivare a costare dagli odierni 10 euro in più al chilo, fino a 50 centesimi.

Ecco le modifiche che il Consorzio ha presentato al Ministero

Il Consorzio di Tutela ha presentato 5 richieste di modifica al Ministero delle Politiche agricole: la mozzarella potrà avere diverse forme rispetto a quella tradizionale; non dovrà esserci più un limite di peso, mentre ora il massimo consentito è 3 kg; il latticino potrà essere congelato e denominato "frozen".

In tal modo, perdendo la tipicità di prodotto finito fresco, potrà essere utilizzato quale ingrediente per altre pietanze e, soprattutto, potrà essere venduto senza acqua di governo. Infine si chiede di poter utilizzare anche acqua non bollente per lavorarne la pasta - come invece prevede la tradizione - ricorrendo anche al vapore per scongelare il prodotto "frozen".