I musulmani in Europa sono svariati milioni, la maggior parte di loro, fortunatamente, vive in pace con le altre religioni e non è particolarmente oppressivo nei confronti delle donne. Ma è risaputo che nei Paesi del Nord Europa, più tolleranti rispetto a quelli del Sud, gli integralisti islamici si sentono più a loro agio. Tutelati dalle leggi permissive sulla libertà religiosa di Paesi come l'Inghilterra, la Svezia, Danimarca, etc.

I ricorsi legali delle donne

Quanto è state sentenziato pochi giorni fa sicuramente cambierà l'atteggiamento di molti paesi europei nei confronti degli integralisti musulmani.

O, quanto meno, avranno carta libera nel vietare il niqab o altri veli che possono coprire il viso anche parzialmente. Il tutto è venuto fuori a seguito del ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo da parte di due donne musulmane belghe, Samia Belcacemi e Yamina Oussar, che si sono viste proibire l'uso del velo in pubblico. La legge belga dal 2011 vieta di indossare indumenti che coprono il viso, non solo totalmente ma anche parzialmente. Le due signore utilizzavano il niqab, il velo musulmano che copre integralmente il viso lasciando scoperti solo gli occhi. Per questo motivo le signore hanno in un primo momento fatto ricorso alla Corte Costituzionale ma i ricorsi sono stati respinti.

Sono dunque arrivate fino alla corte di Strasburgo che ha confermato la scelta del governo belga, sostenendo che il divieto imposto mira a garantire condizioni di sicurezza e convivenza nel rispetto dei diritti e libertà di tutti.

La sentenza della Corta Europea

Le donne, come scritto poc'anzi, hanno prima intentato un ricorso alla Corte Costituzionale belga, che però non è stato proprio discusso.

La legge belga è molto chiara in merito e prevede sanzioni pesanti per i trasgressori, fino ad arrivare al carcere per i recidivi (non in modo automatico, ma il giudice può decidere per la detenzione come ultima ratio). Alla Corte di Strasburgo chi ha deciso su questa questione di rilevanza europea era il collegio giudicante, composto da sette giudici (di nazioni diverse così come prevede il regolamento europeo).

Cinque magistrati hanno votato per il rigetto e due invece, uno islandese ed un turco, si sono espressi a favore delle donne. Secondo i giudici europei dunque la legge belga è considerata "proporzionata" per garantire la convivenza e socialità oltre che a tutelare il diritto e la libertà delle donne.