È iniziato il processo d'appello per l'omicidio di Yara Gambirasio. In aula erano presenti anche i familiari di Massimo Bossetti. Il principale sospettato per l'omicidio della ragazzina di Brembate spera di poter ribaltare la prima condanna, che nel 2016 gli diede l'ergastolo. Il procuratore generale di Brescia Marco Martani, al termine della requisitoria, ha chiesto la riconferma dell'ergastolo per Bossetti. Presenti anche Ester Arzuffi, Laura Bossetti e Marita Comi. In tribunale invece non si sono presentati i genitori di Yara Gambirasio, che hanno preferito evitare gli occhi indiscreti degli altri.

La foto satellitare

I legali del muratore di Mapello hanno chiesto di depositare una foto satellitare contenuta all'interno di una chiavetta usb. Gli avvocati sono convinti che questa fotografia possa dimostrare che il corpo di Yara Gambirasio non sia rimasto nel campo di Chignolo d'Isola per tre mesi, prima che fosse ritrovato. Il sostituto procuratore non si è opposto a questa richiesta, perché ha messo in evidenza che l'obiettivo importante del processo per l'omicidio di Yara Gambirasio è quello di accertare la verità.

Marco Martani, inoltre, ha fatto notare che la condanna all'ergastolo per Bossetti si baserebbe su motivazioni coerenti e logiche. La foto, secondo i legali, sarebbe stata scattata il 24 gennaio 2011.

La data coinciderebbe con quella di un mese prima del ritrovamento del corpo. Attraverso l'immagine si proverebbe che quel giorno di fine gennaio il cadavere di Yara Gambirasio non era su quel campo.

La prova del DNA

Il procuratore generale ha fatto riferimento anche alla prova del DNA, che avrebbe incastrato Massimo Bossetti.

Martani ha spiegato che le analisi scientifiche svolte in seguito all'attribuzione del profilo genetico di Ignoto 1 hanno dimostrato una probabilità statistica di assoluta certezza per ciò che riguarderebbe la responsabilità dell'imputato.

Il magistrato ha fatto presente che secondo lui i dati statistici sono molto rassicuranti.

Intensa è stata la reazione di Bossetti, che per alcuni secondi ha protestato. Il muratore di Mapello si è alzato dal banco degli imputati e ha detto che secondo lui il magistrato stava dicendo soltanto delle idiozie. Poi Bossetti è stato richiamato dalle guardie penitenziarie. Anche il giudice ha ammonito l'imputato, invitandolo a rimanere seduto e zitto. Il giudice ha fatto presente a Bossetti che potrà fare delle dichiarazioni spontanee soltanto quando se ne presenterà l'occasione.