Sabato mattina, in una radura nella frazione di Ferreun, a Fenis, a 15 chilometri da Aosta, famosa per il castello medievale e per la via Francigena, un turista ha trovato i resti di un uomo semicarbonizzato, sui 40 anni, di carnagione chiara e mancante della mano sinistra. Nascosto dietro una roccia, era in posizione fetale e appoggiato sul lato sinistro. Il volto è riconoscibile solo parzialmente, mentre le gambe sono integre dai polpacci in giù. Dall'autopsia - condotta dal medico legale Roberto Testi, nella camera mortuaria dell'ospedale Parini- è emerso che il quarantenne è stato sparato con un colpo di pistola alla testa, una coltellata, probabilmente, ha fatto collassare il polmone e altre ferite sono state evidenziate al bacino e alla colonna vertebrale e sarebbero successive alla morte, avvenuta dopo una lenta agonia.
Ricostruzione dell'omicidio
L'uomo sarebbe stato dato alle fiamme, dopo essere stato cosparso di benzina, nel pomeriggio di venerdì, tra le 18 e le 19, e dopo essere stato custodito per almeno un giorno in un luogo fresco. Gli indumenti, bruciati, sono irriconoscibili. Il violento temporale che è sopraggiunto ha spento le fiamme.
L'indagine è stata affidata ai carabinieri di Saint Vincent, che collaborano strettamente con il nucleo investigativo di Aosta, ed è coordinata dal pm Eugenia Marchetti, la quale ha aperto un fascicolo per omicidio a carico di ignoti. Gli inquirenti sono pervenuti alla conclusione che non si tratta di suicidio. Dopo essere stato ucciso, l'uomo è stato trasportato per un breve tragitto.
Viste le modalità del delitto - in un luogo visibile e molto frequentato, dove persone passeggiano sia in bicicletta sia con i cani - escludono l'ipotesi della criminalità organizzata, additando la causa ad un regolamento di conti.
Attualmente, l'attenzione dei carabinieri è focalizzata su un'utilitaria di colore scuro, alla cui guida vi erano due uomini con occhiali scuri che procedevano a velocità ridotta, noncuranti, in aggiunta, dei reclami di ciclisti e passanti.
Perciò, i militari sono alla ricerca di testimonianze delle persone che si trovavano sul posto e, al contempo, stanno supervisionando i filmati di alcune telecamere di sorveglianza della zona.
A complicare le indagini è l'assenza di segnalazioni di persone scomparse nella zona.
Identità del cadavere
Si sta rivelando piuttosto complesso l'obiettivo di dare un nome alla vittima.
Non aveva con sé documenti utili al riconoscimento, ma un elemento determinante potrebbe essere un orologio a lancette che aveva al polso, fermo all'ora in cui, probabilmente, è stato appiccato l'incendio e forse strappato da animali selvatici insieme alla mano sinistra.
Sebbene in parte sia stato distrutto dalle fiamme, è ancora riconoscibile: l'orologio è un Camel Trophy, con il quadrante in metallo e il cinturino in cuoio. Un oggetto piuttosto raro al giorno d'oggi e in voga negli anni 80. Tuttavia saranno prelevati tessuti e campioni per procedere con un esame del Dna. Sarà utile anche valutare lo stato dei polpastrelli se non hanno subito danneggiamenti significativi che potrebbero impedire il riconoscimento delle impronte digitali.