Il caso più eclatante è stato quello della turista in tacchi a spillo che in cima al Seceda, la montagna sopra Ortisei, in Trentino Alto Adige, è andata nel panico ed ha chiesto l'intervento del soccorso alpino. Non si sa come fosse riuscita ad arrivarci, le cronache locali non lo dicono, forse in cabinovia. Fatto sta che ha invocato l'arrivo dell'elicottero come se chiamasse un taxi o il soccorso stradale in città. Al culmine dell'esasperazione, dopo un'estate puntellata di richieste assurde, gli uomini del soccorso alpino altoatesino, Cai, Cnsas, Aiut Alpin Dolomites, hanno raccolto gli episodi paradossali, per denunciare i comportamenti di chi, in mancanza di senso del limite, in montagna si comporta con imprudenza e superficialità.

Assurde richieste

Chiamate senza motivo o dettate da futili ragioni, da parte di "utenti" della montagna che non sanno stare in un ambiente naturale, non hanno competenze per stare in alta quota, e ciononostante hanno comportamenti imprudenti, mettono a rischio la loro vita e quella di chi è obbligato a soccorrerli. Il campionario di richieste assurde arrivate in questo agosto "esplosivo", lo hanno assemblato gli operatori del Cai, dell’Aiut Alpin Dolomites e del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, stanchi di dover andare a recuperare gente imprudente e incivile, che oltretutto ignora i costi operativi di un uscita con l'elicottero. Tutti episodi veri.

La turista in tacchi a spillo, in cima al Seceda, che chiede d'essere venuta a prendere con l'elicottero non riuscendo più a scendere.

La famiglia nel bosco che chiama il 118: siccome ha cominciato a piovere, chiede se, via elicottero, qualcuno porti ombrelli per tutti. Uno dal rifugio fa sapere che è cambiata la temperatura, fa freddo, e gradirebbe l'invio di maglioni. Una coppia parte per un'escursione mentre tutti gli altri rientrano, viste le condizioni proibitive: uno dei due muore, l'altro viene salvato.

Nello stesso giorno, due ragazze in shorts vengono tirate giù dalla ferrata Eterna immersa nella nebbia ad altissima quota e con temperature prossime allo zero. Situazioni provocate da trekker o alpinisti improvvisati e incoscienti.

Sanzioni a chi attivi i soccorsi per futili motivi

Denuncia per procurato allarme e multe salate in caso di chiamata inappropriata o dovuta a palese imperizia dei turisti.

Auspica l'intervento della magistratura Roberto Rossin del Cai, perché chi mette a repentaglio la vita dei soccorritori venga punito. Misure che per lui farebbero diminuire le inutili chiamate al 118. Certo, manca completamente una cultura della montagna e ci vorrebbe un'educazione mirata in uno dei paesi alpini per eccellenza quale l'Italia è. Così non è e il turismo di massa crea gravi danni: c'è l'idea che tutti possano andare ovunque, e che le vette, non più inviolabili, siano raggiungibili senza preparazione, vestiti a caso e in assenza di un'equipaggiatura idonea.

Turisti irresponsabili, chi sbaglia non paga mai

Per Raffael Kostner dell’Aiut Alpin, agosto è un mese strano in cui si scatena di tutto.

A farsi male sono i turisti, ma chi sbaglia non paga, specie gli italiani. Che si abbia la tessera Cai o meno, un intervento con l'elicottero costa a chi lo chiede circa 100 euro a fronte del costo di un volo, pari a 2 o 3 mila euro. C'è una massa di gente impreparata: un conto è uscire una volta a settimana per un alpinista infortunato, altro è dover fare 4 o 5 uscite al giorno a causa di turisti sprovveduti. Questi uomini delle vette hanno fotografato un mondo 'a valle' pieno di gente a cui tutto è dovuto, che in montagna pensa basti una chiamata, tanto poi c'è l'elicottero, e che se sbaglia la colpa è sempre di altri.