Dopo il recente attentato a Barcellona e Cambrils, in Spagna sono scattate immediatamente le indagini della polizia catalana sulle diramazioni nel territorio delle cellule terroriste. In particolare, le ricerche si sono concentrate nelle zone della Catalogna profonda, dove è stata riscontrata una forte influenza dell'estremismo salafita. Infatti, la comunità marocchina di circa 200mila persone che abita la regione, è prevalentemente concentrata nelle due cittadine di Ripoll, nei pressi della frontiera francese, ed Alcanar, nella provincia di Terragona, ora entrambe sotto indagini da parte della polizia.
Cellule terroriste 'pronte a colpire'
Secondo le recenti indagini della polizia, si sarebbe formata una cellula terrorista intorno alla figura di Moussa Oukabir, che probabilmente sarebbe stato alla guida del furgone killer che ha investito i passanti sulla Rambla a Barcellona. Insieme a Moussa, anche il fratello Driss, preso dalla polizia e ora in manette, anche lui facente parte della cellula con sede a Ripoll, dove si presume vi fossero ben sei membri del gruppo estremista che avrebbe organizzato l'attentato di Barcellona.
Tuttavia è ad Alcanar, che secondo le indagini è collocata la vera e propria base operativa della cellula. Secondo alcune recenti dichiarazioni della polizia, proprio lì erano in preparazione alcuni pericolosi ordigni esplosivi che sarebbero serviti per l'attentato di Barcellona, ma che per errore sarebbero esplosi per un incidente prima di poter essere utilizzati per l'attentato causando ben due morti: questo, secondo la polizia, avrebbe spinto i terroristi a "improvvisare un secondo attentato avvalendosi di un furgone".
In Spagna è 'caccia ai Jihadisti'
Per ciò che riguarda la caccia ai terroristi coinvolti nell'attentato di Barcellona, la polizia è dell'opinione che i quattro dei cinque terroristi ricercati siano stati uccisi nella sparatoria avvenuta nella notte a Cambrils. Tra loro anche il presunto guidatore Moussa Oukabir, di 17 anni, mentre altre quattro persone sono finite in carcere.
Intanto, sui social network alcuni sostenitori dell'Isis hanno celebrato l'attacco. Un terrorismo che ormai utilizza veicoli come fossero armi -ne sono prova la maggior parte degli attentati degli ultimi venti anni- e che indirizza la sua violenza non più contro obiettivi simbolo del potere, come si verificò per l'11 settembre, ma che ora colpisce con il suo odio soprattutto civili disarmati.