Un'esistenza "normale", come quella di tanti adolescenti occidentali, tra scuola, calcio, svaghi e lavoretti per guadagnare qualcosa. Da Ripoll, paese al confine con la Francia nel cuore della Catalogna separatista, provenivano i "terroristi bambini", sei dei membri del commando responsabile della strage di Barcellona e Cambrills. A Ripoll abitava Moussa Oukabir, 17 anni, ritenuto la "mente" del gruppo. Dalle indagini della polizia spagnola, la cellula sarebbe stata composta in tutto da 13 persone, 20 enni e minorenni di origine marocchina con il passaporto spagnolo, senza precedenti penali per terrorismo.

Di questi, 7 sarebbero morti, 4 gli arrestati e due ancora in fuga. Dopo il giallo sull'identità dell'autista del van, "super ricercato" ora è Younes Abouyaaqoub, 22 anni e non più Moussa Oukabir, forse ucciso dalla polizia catalana a Cambrils. Per gli inquirenti, era lui alla guida del mezzo che a Barcellona ha ucciso 15 persone e ne ha ferite più di cento. Il commando puntava a una strage di portata maggiore. Pieni di gas con pulmini bomba, dovevano lasciarsi esplodere tra la folla di Barcellona. Ma dopo l'esplosione mercoledì sera nella villetta covo di Al Canar in Tarragona, hanno dovuto modificare i piani.

Nella casa del terrorista bambino

A Ripoll, dove c'è una nutrita comunità marocchina ed è forte l'influenza dell'estremismo salafita, si è formata la cellula dei terroristi bambini, attorno a Moussa Oukabir considerato la "mente" del gruppo, e al fratello Driss, ora in manette che giura di non saperne nulla.

Tutti sarebbero stati radicalizzati molto in fretta da un imam. A Ripoll abitavano 6 dei componenti del gruppo. Gli inviati de La Stampa e Il Corriere della Sera sono stati nella casa di Moussa dopo il blitz e le perquisizioni di ieri della polizia spagnola. Emerge un ritratto di una normalità sconcertante: beveva latte intero Moussa e mangiava pasta al pomodoro.

Nel condominio di calle Gaudi 27, abitato da 9 famiglie di cui 6 musulmane, per 3 euro l'ora faceva il babysitter e insegnava l'arabo ai bambini del palazzo. Giocava come centroavanti nella squadra del paese ed era tifoso dell'Olympic Marsiglia. Non aveva una fidanzata e frequentava con buoni voti l’istituto tecnico. Da poco era tornato dal Marocco dove abita il padre.

L'incredulità della psicologa del baby terrorista

Mousse era stato seguito dai servizi sociali e da una psicologa da quando il papà Said, boscaiolo in Francia, era tornato in Marocco, lasciando la famiglia, mamma Fatima e 4 figli. Pilar Guardia, la psicologa che l'ha seguito fino al 2016 quando è andata in pensione, lo descrive come un "bambino", perché per lei questo era, tranquillo e allegro, che sembrava essersi integrato nel mondo occidentale. Un "pezzo di pane", a differenza del fratello Driss, arrestato nel 2010 per molestie sessuali. Con un suo documento è stato noleggiato il furgone della strage di Barcellona.

Cosa scriveva a 15 anni sui social

Chissà se la sua psicologa ha mai visto quel che a 15 anni scriveva Moussa sui social.

Ora il suo profilo Facebook come quello del fratello Driss, è stato oscurato. Sull'app "Kiwi" alla domanda: "cosa faresti nel tuo primo giorno da re del mondo?" Rispondeva: "Uccidere gli infedeli e lasciare vivi solo i musulmani che seguono i precetti". Tra foto di uomini armati, video violenti e frasi sulla Siria, indicava il Vaticano come posto dove non vivere mai. Anche Younes Abouyaaqoub, 22 anni, forse fuggito in Francia, cugino alla lontana dei fratelli Oukabir, abitava a Ripoll e giocava a calcio. In un paese dove tutti si conoscevano, l'altra identità di questi ragazzini, che forse poteva essere vista, è rimasta nascosta.