L'omicidio di Giulio Regeni, un dottorando italiano dell'università di Cambridge commesso tra gennaio e febbraio 2016, è rimasto stampato nella mente e nel cuore di molti italiani e non solo. Fu rapito il 25 gennaio 2016, in occasione del quinto anniversario delle proteste di piazza Tahrir. Il corpo fu ritrovato in un fosso lungo l'autostrada Cairo-Alessandria con evidenti segni di tortura. Ciò ha portato ad una discussione politica, che ha visto protagonisti non solo l'Italia ma il mondo intero, in merito al coinvolgimento del governo egiziano nel massacro e nella morte di Giulio Regeni, nonché dei depistaggi successivi.

Questi sospetti sono all'origine delle tensioni diplomatiche con l'Egitto. Ancora oggi, la morte del giovane è un mistero.

L'Italia chiude i rapporti con l'Egitto

Le tensioni con l'Egitto hanno fatto sì che il governo italiano scegliesse di interrompere e di chiudere le relazioni diplomatiche con l'Egitto, pur nella consapevolezza che un tale atteggiamento non avrebbe fatto fuoriuscire la verità su Regeni. Tuttavia, questa scelta ha svantaggiato l'Italia su tutti i fronti, poiché i rapporti con Al-Sisi hanno avuto un valore strategico. Importante è sottolineare che l'Eni ha scoperto un giacimento di gas proprio ad Alessandria.

L'Egitto è rinomato proprio per la scomparsa di altri cittadini di altrettanti paesi europei.

Il caso più noto è quello del francese Eric Lang, morto all'interno di un commissariato di polizia egiziano. Nonostante le proteste, Parigi ha deciso di non interrompere i rapporti con il Cairo, il quale ha acquistato dalla Francia navi da guerra.

I servizi segreti degli Stati Uniti, che controllavano Regeni, sostengono che il giovane ricercatore italiano frequentasse troppo spesso gli ambienti dell'opposizione per essere un semplice studente.

Il nuovo ambasciatore in Egitto

Il governo italiano ha preso la decisione di rimandare in Egitto un nuovo ambasciatore italiano nella persona di Gianpaolo Contini. Difatti, la presenza di un rappresentante italiano - la cui mancanza era una mossa che a lungo andare avrebbe provocato danni irreversibili - nel paese egiziano è pressoché indispensabile sia per ciò che sta accadendo attualmente in Libia sia, soprattutto, per il tentativo di cercare e scoprire la verità su Giulio Regeni.

Una scelta, questa di riallacciare i rapporti con l'Egitto attraverso l'invio di un nuovo ambasciatore, non entusiasma la Farnesina che, al contempo, non ha voluto rinunciare alla possibilità e alla speranza, seppure minima, di individuare il responsabile dell'omicidio.

Per Gianpaolo Contini si tratta di un incarico complicato e difficoltoso, ma deve muoversi seguendo le indicazioni illustrate nella missiva redatta proprio dalla Farnesina. La lettera, suddivisa in capitoli, ne dedica uno al caso Regeni e un'altra alla memoria dello stesso: la futura università italo-egiziana sarà intitolata allo studente italiano e, il 25 gennaio, giorno in cui decorre la scomparsa di Giulio Regeni, sarà istituito il giorno della memoria nelle istituzioni italiane in Egitto.

La rivelazione del New York Times

Nella giornata del 15 agosto, il New York Times rivela che Regeni è stato ucciso dai servizi egiziani. Nel fare una simile affermazione, gli Stati Uniti hanno dichiarato di avere le prove che i servizi segreti egiziani erano responsabili di una tale atrocità sin dalla prima fase del rapimento, poi delle torture e, infine, della morte del giovane ricercatore italiano. Tuttavia, l'allora governo Renzi era stato messo a conoscenza. Ma Palazzo Chigi smentisce e, addirittura, parla di una "bufala".

Probabilmente, il ritrovamento del corpo torturato del giovane ricercatore italiano, in un paese in cui la tortura è legale, sta a significare che qualcuno era interessato ad innalzare un muro fra lo stato italiano e quello egiziano. Ma la parola "fine" ancora non è stat scritta.