Come in una tratta di schiave d'ultima generazione, con contrattazione della "merce" on line. Attirata con l'inganno su un set fotografico inesistente, drogata, ammanettata, spogliata e sequestrata per una settimana, dall'11 al 17 luglio scorsi. Qualcosa che non accade neanche nel peggiore degli incubi, è invece capitato a una modella inglese di 20 anni, a Milano nella zona della Stazione Centrale. Un sequestro di persona a scopo estorsivo, perché di questo si tratta. L'intento era di mettere all'asta la ragazza su siti pornografici del "dark web", l'Internet sotto traccia dove tutto può succedere.

Ma qualcosa non ha funzionato.

Finto set con 'benvenuto' alla ketamina

Era stato predisposto tutto per far cadere la modella nell'orribile trappola. Un finto annuncio su siti specializzati invitava a fare pose fotografiche nei pressi della stazione centrale di Milano. Ma una volta arrivata all'appuntamento direttamente dall'Inghilterra, la giovane ha avuto una "cerimonia di benvenuto" da thriller. La malcapitata è stata subito stordita con ketamina, conosciuta anche come la "droga dei cavalli", anestetico molto forte di ambito veterinario purtroppo molto usato ai rave party. Ammanettata alle mani e ai piedi, portata poi in un negozio abbandonato in via Bianconi 7, periferia sud di Milano, ora posto sotto sequestro, è stata trasportata in auto in una zona isolata in provincia di Torino, una villetta a Lemie, frazione di Borgial.

Circa due ore e mezza di viaggio durante il quale, la ragazza era nel bagagliaio di una station wagon, legata, chiusa in un borsone e con la bocca tappata da un nastro di scotch. Poi è stata denudata per essere fotografata: un "book" che niente ha a che vedere con il lavoro nella moda. Per sette giorni è stata tenuta in manette attaccata a un mobile e con un sacco a pelo per giaciglio.

Liberata dopo una settimana

Dopo una settimana, lo scorso 17 luglio, uno dei suoi carceriere, perché sarebbero implicate più persone, ha deciso di liberarla: la ragazza ha una bambina di 2 anni e ciò pare vada contro le "regole" dell'organizzazione che si chiamerebbe "Black death". L'esistenza di una setta denominata "Black death", è segnalata in un rapporto dell'Interpool del 2015.

Ma su questo come su altri aspetti della vicenda, sono in corso accertamenti. Secondo gli inquirenti, il sequestro era stato ben organizzato. Il rapitore, Herba Lukasz Pawel, 30 enne di origine polacca, era un insospettabile: giovane, incensurato, residente in Inghilterra.

Rapitore 'pentito'

Nei giorni della "prigionia" della modella, il polacco ha inviato richieste di riscatto alle persone a lei vicine, a cominciare dal titolare dell'agenzia per cui lavora, che si è guardato bene dal pagare e ha avvisato la polizia. Sono così iniziate indagini congiunte da parte del personale italiano e britannico. E tuttora ci sono indagini in corso della Squadra mobile della questura di Milano e della polizia postale con la procura antimafia, il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e il sostituto Paolo Storari.

L'inchiesta dovrà appurare se si sia trattato di un sequestro con truffa sul web, o se l'intento fosse quello di reclutare "forza lavoro", neoschiave del sesso on line. La polizia postale sta ancora analizzando il computer dell'incensurato, ma ha scoperto altri 3 casi di aste con ragazze che sarebbero state schiavizzate sessualmente. Questo però sembra che questo sia stato il primo caso di sequestro. Il rapitore avrebbe voluto vendere la ragazza sul "Dark Web" per 300 mila euro, ma non ha ricevuto alcuna offerta. Allora "pentito", l'ha accompagnata al consolato britannico dove lo aspettava la polizia.