'Bombardare le navi italiane che entreranno in acque libiche'. Ieri la rete Al Arabiya ha riportato le dure parole di Khalifa Haftar, generale libico e principale riferimento politico-militare della Cirenaica e rivale dell'attuale premier libico Sarraj, il quale esprime così la sua opposizione alle nuove operazioni navali italiane. La minaccia sarebbe giunta qualche ora dopo la decisione del parlamento di Tobruk, del quale è capo, di rifiutare la strategia italiana di supporto navale alla libia, polemizzando anche con il premier per essersi accordato con il nostro paese.
La causa della situazione attuale è da ritrovarsi nel fatto che, secondo il governo di Tobruk, la presenza di navi straniere in Libia rappresenterebbe una violazione della sovranità nazionale libica. La notizia è giunta però mentre un pattugliatore d'altura in missione di ricognizione di supporto alla Guardia Costiera libica, la nave 'Comandante Borsini' si trovava in acque straniere, viaggiando in direzione di Tripoli.
Palazzo Chigi: fonti inattendibili, via libera alla missione
Dal Governo italiano arrivano smentite, in quanto le fonti sarebbero inattendibili. Durante un'audizione al Senato, infatti, il Ministro della Difesa Pinotti aveva assicurato che la nuova missione italiana in Libia non avrebbe trovato un nemico o un oppositore nel governo di Tobruk e, più specificamente, nella persona di Haftar.
Inoltre, l'Agi riferisce che un semplice tweet non può considerarsi una minaccia fondata ed attendibile, neanche se scritto da Haftar stesso.
Sempre ieri, comunque, è arrivato il tanto atteso via libera alla missione di supporto navale in Libia. Il premier Paolo Gentiloni ha riferito di essere molto soddisfatto e fiducioso, soprattutto perché la manovra è stata votata da una 'maggioranza consistente' dei parlamentari.
Il premier ha espresso tutto il suo appoggio alla nuova manovra che vuol essere un tentativo di aiuto e di sostegno, piuttosto che un'offensiva verso la Libia, come invece sembra aver inteso Tobruk e il suo capo, il generale Haftar. Il compito dell'Italia sarà quindi quello di inviare navi che aiutino la Guardia Costiera libica nella ricognizione e nel controllo della acque, in territorio libico, in maniera tale da regolamentare le partenze e di conseguenza gli arrivi. La lotta ai trafficanti di esseri umani è iniziata. Per aggiornamenti sull'argomento in questione ed alte notizie, cliccate Segui.