Due pescherecci italiani registrati presso il compartimento marittimo di Mazara del Vallo, l'Aliseo e l'Anna Madre, sono stati attaccati ieri con colpi di arma da fuoco mentre si trovavano in acque internazionali, nei pressi del confine con le acque libiche e quelle tunisine. Fortunatamente non ci sono state nè vittime nè ingenti danni, ma per difendere le due imbarcazioni è intervenuta la Marina Militare italiana. Secondo l'armatore, ad aprire il fuoco sarebbe stata una motovedetta tunisina e alla base del gesto ci sarebbe la cosiddetta "guerra del pesce" che in quella zona del Mediterraneo va avanti da mezzo secolo.

Inizialmente aveva preso piede l'ipotesi che la ritorsione potesse essere collegata alla imminente missione italiana in acque libiche, ma questa possibilità pare ormai esclusa.

Tanta paura ma nessuna conseguenza grave

Il peschereccio Anna Madre si trovava a circa 30-35 miglia Nord-Est dalla costa tunisina con a bordo 11 membri dell'equipaggio, quando verso le 18.00 una motovedetta tunisina gli ha intimato di fermarsi ed in seguito ha aperto il fuoco. L'equipaggio del peschereccio Aliseo era nelle vicinanze e ha assistito alla scena, allertando immediatamente la Marina Militare italiana che ha inviato un elicottero e una nave per soccorrere i due pescherecci italiani.

L'Anna Madre ha subito virato per allontanarsi e sfuggire all'attacco della motovedetta, che ha cercato di inseguire il peschereccio, tanto che l'operazione è durata per circa novanta minuti, fino a quando i tunisini hanno desistito e sono tornati indietro.

Inizialmente dal Distretto pesca di Mazara del Vallo si era diffusa la voce che la motovedetta delle autorità tunisine si fosse mossa per difendere i due pescherecci italiani, ma l'armatore ha escluso categoricamente questa possibilità: "Non c'erano altre imbarcazioni a parte loro" ha affermato, auspicando che il governo tunisino si scusi con quello italiano per il grave episodio.

La guerra del pesce

L'equipaggio della motovedetta tunisina in seguito si sarebbe giustificato adducendo ad un errore di valutazione della distanza dalla costa tunisina, ovvero avrebbero pensato che il peschereccio si trovasse nelle loro acque territoriali. L'episodio non è altro che l'ultimo atto di una "guerra del pesce" che va avanti da oltre mezzo secolo, con i pescatori italiani, libici e tunisini che si contendono il diritto di pesca in quel territorio.

Il sindaco ed il vescovo di Mazara del Vallo hanno espresso viva preoccupazione per l'accaduto, auspicando un intervento del governo per chiarire la situazione e garantire la sicurezza dei pescatori siciliani. Nel frattempo l'Aliseo e l'Anna Madre sono tornati al lavoro, spostandosi però nelle acque a sud di Lampedusa.