Qualche settimana fa, si è parlato approfonditamente del corso che si è tenuto ad Imperia il 3 e 5 luglio scorsi e che ha visto unite la cooperativa l'Ancora, la sua affiliata A.F.P.L e le associazioni Aifo e Giraffa a Rotelle con lo scopo di formare 26 migranti e farli così diventare accompagnatori di persone con disabilità. In quell'occasione, la presidentessa di Giraffa a rotelle, Michela Aloigi, si era detta entusiasta per il grande interessamento riscosso dall'iniziativa, che ha visto nel ruolo di docenti il pediatra Carlo Amoretti e la fisioterapista Caterina Castagneto.

La coordinatrice del Gruppo Aifo Imperia, Susanna Bernoldi, ha anche precisato che si sia trattato solo di un primo esperimento e che, nel 2018, si spera di poter bissare l'esperienza, organizzando un corso che si riveli ancora più specializzato.

Le polemiche sui social network

Com'era facilmente prevedibile, non tutti hanno preso al meglio questa notizia e molti internauti hanno manifestato il proprio dissenso, sostenendo che il corso abbia rappresentato una sorta di presa in giro nei confronti dei tanti italiani che fanno fatica a trovare un posto di lavoro e che non si fiderebbero nel lasciare i propri cari nelle mani di determinati soggetti. Agli organizzatori, però, le critiche sono risultate prive di fondamento, considerato che i nostri connazionali sono i primi a richiedere che i migranti possano essere tolti il più possibile dalla strada ed essere impiegati in attività che risultino socialmente utili, specie se coinvolgono soggetti che non hanno bisogno di personale altamente qualificato a livello professionale ma di qualcuno che sia formato per le manovre più semplici e per prestare compagnia qualora ce ne fosse bisogno.

Mussah e Paul in aiuto di Matteo

Ad ogni modo, nonostante le polemiche, il corso ha già iniziato a dare i suoi primi frutti. Due dei migranti che vi hanno preso parte, Paul e Mussah, da qualche settimana hanno infatti cominciato ad affiancare i professionisti che si occupano di aiutare il giovane Matteo a frequentare la piscina e a svolgere i suoi esercizi di ginnastica.

I ragazzi continueranno ad intraprendere questa attività, in maniera totalmente gratuita e volontaria, per tutto il resto dell'estate. Un risultato sicuramente positivo che, come afferma la Aloigi, dimostra che le 'diversità', se unite, possono creare una catena di affetto e condivisione.