In questi giorni è scoppiata una grande polemica in merito ad un comma inserito nel maggio scorso all'interno del regolamento della Scuola svizzera presente a Milano. In esso si legge che poiché l'istituto è impegnativo e multilingue, si sconsiglia l'iscrizione agli studenti con disabilità e disturbi del comportamento.

La reazione della ministra dell'istruzione

La ministra dell'istruzione Valeria Fedeli ha dichiarato a Repubblica che sono in corso tutte le opportune verifiche del caso per accertare se ci siano i margini per intraprendere un'azione legale nei riguardi dell'istituto scolastico.

La politica non ha esitato ad esprimere il proprio disappunto, facendo presente come la legge italiana già 40 anni fa abbia superato la presenza delle classi differenziali e affermando che il nostro Paese debba promuovere l'inclusività, specie quando si tratta di bambini. La Fedeli ha definito vergognoso questo punto del regolamento, sostenendo che faccia vivere le differenze in maniera discriminatoria.

La replica dell'istituto agli interventi della classe politica

Luca Corabi De Marchi, presidente dell'istituto svizzero al centro dello scandalo, ha provato a difendersi dalle accuse ricevute, sostenendo che la scuola in realtà sia pronta ad accogliere tutti e che quindi il regolamento non abbia lo scopo di escludere, bensì semplicemente quello di avvertire delle difficoltà alle quali si può andare incontro, per evitare problemi successivi all'iscrizione con le famiglie degli studenti.

Dal canto suo, però, il sindaco del capoluogo lombardo Beppe Sala è intervenuto su facebook affermando con forza quanto tutto ciò sia inaccettabile, perché rappresenta l'esatto opposto del modello di scuola inclusivo previsto all'interno del nostro ordinamento. Dello stesso avviso anche Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali di Milano, che ha ribadito come questa scuola risulti incompatibile con il nostro sistema di valori di riferimento.

E se, da un lato, il PD si dice pronto a continuare a promuovere l'inclusione di ogni bambino e ragazzo senza distinzione, sostenendo che il successo formativo degli allievi dipende anche dalla loro capacità di capire la diversità ed interagire con tutti i loro compagni, dall'altro anche Forza Italia ritiene il regolamento discriminatorio e anacronistico.

Nonostante i tanti interventi nella stessa direzione, comunque, per il momento la scuola non si è detta disposta a cambiare le proprie norme, quindi si resta in attesa di scoprire come proseguirà l'incresciosa vicenda.