Roma - Una storia di tradimento che ha dell'incredibile. La vicenda ha inizio nel lontano 2008, quando un giovane Prete prestava aiuto in qualità di vice-parroco in una piccola chiesa del quartiere Alessandrino. Secondo le testimonianze di alcuni residenti della zona, la voce di un adulterio si era sparsa già all'epoca, generando un certo clamore tra i fedeli. Nel corso degli anni, nonostante fosse passato un bel po' di tempo dallo scandalo iniziale, l'indiscrezione ha continuato a circolare tra gli abitanti del quartiere capitolino.

Nel frattempo, il sacerdote è andato via dalla capitale, essendo stato assegnato alla cura delle anime presso una comunità de L'Aquila.

Ciò nonostante, il protagonista di questa storia ha continuato a indagare per scoprire quella dura verità che, in cuor suo, continuava a negare. Se il tradimento di una persona amata con cui hai costruito una famiglia e dei progetti per un futuro è già di per sé un duro colpo, immaginiamo cosa possa aver rappresentato emotivamente per l'uomo venire a conoscenza dei fatti, e di come nel quartiere non si parlasse d'altro. Il coniuge tradito è, inevitabilmente, finito vittima di una forte forma di depressione e, assistito dagli avvocati Daniele Di Nunzio e Giuseppe Di Nardo, ha richiesto un risarcimento per i danni morali che hanno leso il suo onore, sia all'ex moglie che al prelato. Dopo un processo durato ben cinque anni, è stato confermato un risarcimento di 15mila euro a suo favore dal Tribunale Civile di Roma, ma si è trattato solo di una mera soddisfazione, perché il denaro dovrà essere versato solo dalla donna e non dal parroco.

Il danno e la beffa

Non solo l'uomo dovrà superare la vergogna e la derisione della gente per poter andare avanti ma, di fatto, ha anche perso la causa nei confronti del prete. Il sacerdote, infatti, essendo un terzo estraneo alla coppia, se è vero che è venuto meno alla sacralità del celibato, tuttavia non ha alcuna responsabilità per le conseguenze che la relazione extra-coniugale ha avuto sul diretto interessato.

Pertanto proprio colui che ha subito il tradimento dovrà risarcire il religioso in parametri sacri per le spese giudiziarie sostenute, che ammontano ad una cifra pari a 3.200 euro.

"Un'ingiustizia che non accetteremo", hanno affermato i legali. A questo punto, non ci resta che attendere gli ulteriori sviluppi di questa paradossale vicenda: gli avvocati dell'uomo hanno già inviato una lettera al Cei e alcune missive a due monsignori denunciando l'accaduto.

Alle lettere hanno accompagnato anche il materiale relativo alle indagini e alle foto scattate da un investigatore privato che, nel corso del processo, sono servite come prova inconfutabile del tradimento. Al momento, le autorità ecclesiastiche non hanno dichiarato nulla in merito all'accaduto.