Donald Trump risponde a modo suo alla richiesta di un colloquio telefonico da parte del presidente del Venezuela Nicolas Maduro: "Parlerò con lui quando ripristinerà la democrazia nel suo paese". Poi dice di "non escludere un intervento militare degli Stati Uniti" per affrontare la crisi dello stato sudamericano, dove la protesta nazionale contro il governo dittatoriale di Maduro va avanti da mesi.

I pericoli di un intervento militare degli Stati Uniti in Venezuela

"Abbiamo truppe in ogni parte del mondo, anche in luoghi davvero remoti" ha dichiarato Trump dopo un incontro con il segretario di Stato Rex Tillerson nel suo golf club di Bedminster (New Jersey).

"Il Venezuela non è così lontano e abbiamo molte opzioni, inclusa una possibile azione militare se necessario". Il presidente ha detto che lui e i suoi collaboratori non hanno parlato di una guida americana nell'eventuale intervento armato, lasciando trasparire di non aver ancora elaborato un piano di azione vero e proprio.

Sono passati molti anni - da Haiti nel 2004 e Panama nel 1989 e 1994 - dagli ultimi interventi militari diretti degli Stati Uniti in Sud America. Un'azione che probabilmente non farebbe altro che aumentare le tensioni regionali e potrebbe essere messa in discussione dal diritto internazionale. "L'opzione ventilata da Trump è una pazzia, un atto di estremismo tipico di questa élite al potere negli Usa" ha ribattuto il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino.

L'arma a doppio taglio dell'embargo sul petrolio venezuelano

Negli ultimi mesi la protesta in Venezuela era sfociata nella violenza dopo che Maduro aveva deciso di eliminare il parlamento (dove l'opposizione era in maggioranza). Il presidente ha dato vita a una nuova assemblea costituente che lo terrà alla guida del paese fino al 2019.

L'amministrazione Trump aveva risposto imponendo nuove sanzioni economiche, seguite da una serie di incarcerazioni eccellenti di alcuni leader dell'opposizione ordinate da Maduro.

Ora l'amministrazione Usa è tornata a parlare di sanzioni e di un possibile embargo sulle nave petrolifere del Venezuela. La crisi del paese sudamericano è infatti dovuta in gran parte al collasso dell'industria petrolifera (da sempre vero motore economico del paese), che si è poi trasformata in un vero e proprio disastro sociale che ha ridotto al minimo le scorte di cibo, medicine e altri beni di prima necessità nel paese.

Ma il Venezuela è anche il terzo più grande fornitore di petrolio degli Stati Uniti. Se un embargo potrebbe mettere a serio rischio l'esistenza economica del paese, potrebbe anche far salire alle stelle il prezzo dell'energia negli Stati Uniti. In generale questa sembra essere comunque l'unica seria conseguenza negativa che gli Usa potrebbero avere da un eventuale collasso del paese di Maduro, nonostante alcuni esperti regionali abbiano messo in guardia su un possibile esodo di venezuelani verso gli Stati Uniti.