Ci siamo quasi. Domani verranno eletti i membri dell'assemblea costituente indetta dal primo ministro Nicolas Maduro. Ma la situazione è tutt'altro che tranquilla. Siamo probabilmente alla vigilia di una vera guerra civile.
Un paese al limite: l'opposizione alla Costituente
Da mesi il paese è al limite. La situazione economica è disastrosa: 15 dollari di stipendio mensile medio, un'inflazione che ha ormai raggiunto il 700%, una continua lotta per i generi di prima necessità, un'altra morte giovanissima, quella del diciottenne Gustavo Villamizar, che aggiunge carne al fuoco.
Non è tutto: il violinista ferito qualche giorno fa, simbolo della musica contro la violenza, è stato arrestato il 26 luglio. E domani c'è l'elezione dell'Assemblea Costituente, che si farà nonostante tutto. Nonostante l'opposizione interna sia infuocata, nonostante il parlamento sia contro Maduro, nonostante molti stati americani abbiano chiesto il rinvio. Gli esperti non prevedono niente di buono per questa domenica che annuncia un nuovo "Bloody Sunday". I famigliari delle ambasciate americane sono stati richiamati in patria, Air France ha sospeso i voli per Caracas.
Il divieto di manifestazione
Ovviamente nessuno ha in mano la sfera di cristallo. Ma la situazione è stata portata a un punto di rottura.
Maduro, con una mossa poco previdente, il 27 luglio aveva annunciato il divieto di manifestazione per bocca del suo ministro degli interni Nestor Reverol. Ma il risultato di questo divieto non era stato e non sarà la cessazione delle manifestazioni; l'effetto sarà l'inasprimento della repressione. Le sanzioni per i manifestanti prevedono il carcere da 5 a 10 anni.
Più o meno quello che l'Italia prevede per il recentemente introdotto reato di tortura.
Verso la guerra civile
Nel frattempo la polizia bolivariana e i "colectivos" paramilitari hanno approfittato del disordine per saccheggiare un supermercato. Mentre non è nemmeno chiaro quanto forte sia il loro appoggio al governo. L'opposizione, dal canto suo, non solo non ha rispettato il divieto di Maduro ma ha lanciato oggi l'appello.
Domenica il popolo venezuelano è chiamato alla protesta nelle piazze. A partire da lunedì poi è prevista tempesta. Gli oppositori del governo non riconosceranno l'esito delle Elezioni e dalla prossima settimana il Venezuela passerà a una nuova fase del suo travaglio interno, una fase che si annuncia, se possibile, ancora più tesa. Siamo forse alla vigilia di una guerra civile.