Neanche nella più abominevole esecuzione mafiosa. I resti di un bambino di soli tre anni, Evan Brewer, erano stati occultati con modalità da resa dei conti tipica di Cosa Nostra. Era stato infilato in un pilone di cemento della casa dove aveva vissuto con la madre, Miranda Miller, 36 anni, e il suo compagno, Stephen Bodine, di 40. La macabra scoperta è avvenuta sabato scorso a Whicita in Kansas (Usa) dopo una segnalazione del proprietario dell'immobile, insospettito da una variazione di un blocco di calcestruzzo che gli è saltata subito all'occhio e dall'odore insopportabile che proveniva da una certa zona della casa.

La madre del piccolo e il suo compagno erano stati arrestati la settimana scorsa per la scomparsa del bambino.

Il rinvenimento del corpo

A dare l'allarme e ad avviare i controlli, è stato il proprietario di un immobile a Whicita nello stato del Kansas. Il villino era rimasto sfitto dopo che il proprietario aveva sfrattato Miranda Miller e il suo compagno un paio di mesi fa. Voleva nuovamente affittarlo ed era andato a fare lavori di manutenzione e pulizia in quella che poi si è scoperta essere la casa degli orrori. In corrispondenza di un certo colonnato, c'era una strana difformità unita a un odore tremendo. E così in una precisa porzione del muro, la polizia chiamata dal proprietario, ha fatto la macabra scoperta: un lettino adattato a bara incastonato in un pilastro che conteneva i resti del bambino.

Gli agenti hanno dovuto usare un carrello elevatore per compiere le operazoni di estrazione dei poveri resti. Secondo la testimonianza di un vicino che ha assistito alle operazioni, il corpicino era come contenuto in un piccolo sarcofago. Ora si attende solo la conferma del Dna, come chiarito dall'agente Charley Davidson domenica.

Ma la possibilità che i resti non siano del piccolo Evan è praticamente nulla.

Si indagava per la scomparsa del piccolo

C'erano già indagini in corso per la misteriosa sparizione del bambino. Alcuni vicini di casa hanno raccontato che neanche conoscevano la coppia e non avevano mai visto nessun bambino. La madre che con il suo compagno aveva vissuto fino ad inizio luglio in quella casa con Evan prima di trasferirsi altrove, ne aveva denunciato la scomparsa: ma giusto una settimana fa, lei e Bodine erano stati arrestati perché la loro versione dei fatti ha insospettito gli inquirenti.

Carlo Brewer, il padre del bambino da cui Miranda Miller era separata, mesi fa aveva intrapreso una battaglia legale per ottenere una ordinanza restrittiva per proteggere suo figlio dal nuovo compagno della madre. Bodine, già arrestato in passato per aggressioni aggravata e lesioni, avrebbe terrorizzato suo figlio e i familiari. Intanto restano in piedi domande terribili che fanno rabbrividire: secondo il legale del padre di Evan non è stato ancora possibile stabilire se il piccolo sia stato addirittura murato vivo, o se sia stato impilato a morte avvenuta. Sembra che sia stato collocato in quella posizione da mesi. Quale sia poi l'esatto movente che abbia spinto a un crimine di atrocità senza fine, dovranno stabilirlo le indagini.

I familiari: la madre aveva problemi con la droga

I familiari di Evan Brewer hanno detto che il loro piccolo congiunto non meritava una simile fine. Jason Bezdek, il fratello di Miranda Miller, è sotto choc e sta cercando ancora di rendersi conto di quanto sia accaduto. Vuole capire che ruolo abbia avuto la sorella nella morte del bambino, ma non crede sia stata lei: era la sua felicità, la ragione di vita della donna, ha detto. Ma ha anche ammesso che la sorella ha avuto problemi con la droga che l'avevano cambiata e resa irriconoscibile.