Non è bastato a Kim Jong-un effettuare il sesto test nucleare. I servizi segreti di Seul, infatti, tramite un controllo satellitare hanno appreso che il regime di Pyongyang sarebbe pronto a dare il via ad un nuovo test missilistico. Quest'eventualità contribuisce ad accrescere ulteriormente la tensione, portando il presidente americano Donald Trump ad affermare, durante un colloquio telefonico con il Premier giapponese, che "l’impegno degli Stati Uniti nella difesa della patria e degli alleati mettendo in campo le potenzialità diplomatiche, convenzionali e nucleari è oggi nella nostra disponibilità".
Gli USA, dunque, sembrano ormai pronti alla guerra. E Giulietto Chiesa, intervistato da "Intelligonews", ha espresso il suo parere sulla questione: "Gli americani - ha detto il giornalista italiano - stanno prendendo decisioni una dietro l'altra che paiono chiudere ogni possibilità di dialogo. Mi spiace solo che l'opinione pubblica italiana e occidentale pensino che ad iniziare questa guerra sarà Kim Jong-un, mentre io ritengo che a dare il via a questo conflitto saranno gli Stati Uniti".
C'è già un piano per eliminare Kim Jong-un
Del resto, il piano per eliminare il dittatore nordcoreano è già stato definito. Si tratta di Oplan 5015, e prevede un attacco mirato di Stati Uniti e Corea del Sud per distruggere tutti i centri militari, le basi missilistiche, il palazzo presidenziale e tutti i luoghi in cui si potrebbe trovare Kim Jong-un.
Questa strategia, però, ha un grosso difetto: se non si riuscisse ad eliminare in un breve lasso di tempo di circa dieci ore il dittatore nordcoreano, il regime di Pyongyang scatenerebbe la guerra nucleare contro Seul. Quindi, anche se la strategia di partenza non prevede il coinvolgimento di civili in Corea del Nord, le conseguenze umanitarie rischierebbero di risultare comunque enormi.
Si parla di almeno 500mila perdite solo nella capitale sudcoreana.
La Corea del Sud, intanto, ha testato il proprio arsenale balistico, simulando un attacco a un sito nucleare nordcoreano, colpendo obiettivi scelti nel Mar del Giappone alla stessa distanza da un eventuale avamposto nucleare della Nord Corea.
"Siamo pronti a rafforzare ancora le misure che puntano a raggiungere l’obiettivo di fermare i test nucleari della Corea del Nord e richiamiamo con forza il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ad assumersi le sue responsabilità e a lavorare per l’adozione di una nuova ed efficace risoluzione che includa misure più forti", hanno dichiarato in un comunicato i leader del G7. Intanto, alle 16 di oggi, si è riunito il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite su richiesta di Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Francia e Corea del Sud.