Il caso del rapimento di Emanuela Orlandi potrebbe forse non essere chiuso come annunciato dagli inquirenti solo qualche mese fa. Un' inchiesta del giornalista Emiliano Fittipaldi, avrebbe fatto emergere un misterioso dossier depositato nell'archivio vaticano, il quale rivelerebbe che la giovane non sarebbe in realtà stata rapita ma allontanata dal suo domicilio ad opera del Vaticano.

Il dossier

Il giornalista Emiliano Fittipaldi, già autore del libro scandalo sui conti del Vaticano, 'Avarizia', sarebbe riuscito tramite 'una talpa' ad entrare negli oscuri meandri degli archivi vaticani ed a ottenere uno scottante dossier, sul caso del rapimento della tredicenne cittadina vaticana, Emanuela Orlandi, avvenuto nel giugno del 1983.

Il documento diffuso anche dalle testate il 'Corriere della Sera' e 'La Repubblica', consisterebbe in una lettera di cinque pagine della quale l'autore sarebbe il cardinale Lorenzo Antonetti, il quale avrebbe intestato la missiva ai monsignori Giovanni Battista Re e Jean-Louis Tauran. La data riportata sulla lettera risale al marzo 1998, ossia quasi quindici anni dopo la scomparsa dell'allora tredicenne Emanuela.

I contenuti del documento

I monsignori Re e Tauran erano allora molto vicini al Papa allora in carica, Giovanni Paolo II, ricoprendo il ruolo di consiglieri nella sua opera di apostolato e di gestione in generale delle sue pubbliche relazioni e del patrimonio vaticano.

Se i contenuti della missiva dovessero rivelarsi veritieri, avvallerebbero l'ipotesi di una volontà da parte del Vaticano di un 'allontanamento domiciliare' di Emanuela Orlandi, per il quale, stando sempre ai contenuti della lettera, sarebbero stati sborsati dalla Santa Sede ben 483 milioni di lire.

Il documento, privo di firme, di numeri di protocollo e di timbri di attestazione, riporterebbe il titolo:' Resoconto sommario delle spese sostenute dallo Stato della città del Vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi' (Roma 14 gennaio 1968).

L'atto sarebbe in sostanza un rendiconto di spese riguardanti soggiorni in vari convitti ed altri alloggi della giovane, fatture ospedaliere e di visite mediche tra cui anche conti di ginecologia, spese generali di mantenimento.

Il quasi mezzo miliardo di lire, sarebbe stato speso inoltre, anche per soggiorni all'estero della ragazza,(nel documento sarebbe citata nello specifico, la città di Londra) e per indagini private costate svariati milioni di lire, relative a depistaggi ed indagini varie sul caso, affidate all'allora incaricato del Segretariato di Stato, Agostino Casaroli e all'allora vicario romano Ugo Poletti.

I fattori fondamentali da considerare

I fattori inquietanti da considerare sono diversi:

-la 'gestione' del caso Orlandi, iniziò da parte del Vaticano, mesi prima dalla scomparsa della ragazza, dato emerso dalle date riportate sulla lettera.

-Altro dato interessante, è costituito dalle numerose visite ginecologiche effettuate dalla giovane, sempre accompagnata dal medico personale di Giovanni Paolo II, Renato Buzzonetti.

-Il terzo fattore inquietante della vicenda, sarebbe il rientro della Orlandi in Vaticano nel 1997.

I fatti che non tornano

Ma vediamo quali aspetti della vicenda potrebbero mettere in dubbio la veridicità del dossier:

-Innanzitutto la lettera è priva di firme in calce, priva di timbri di attestazione e priva di un numero di protocollo.

-Bisogna ricordare inoltre che, nel 1998 la magistratura romana stava ancora conducendo le indagini sul caso, ed è dunque lecito chiedersi come mai, la Santa Sede abbia avvertito la necessità di condurre delle indagini in proprio.

-Le spese per le citate indagini, come le altre per la 'gestione' del caso Orlandi, sarebbero state coperte dall'APSA, (Amministrazione del Patrimonio Apostolico), quando sarebbe stato più logico usare i fondi a disposizione della Segreteria Vaticana.

Tre indizi che potrebbero portare a pensare ad un falso, ad uno scritto con lo scopo di 'copertura' a fatti sconosciuti, o ad un atto inserito negli archivi vaticani per oscuri scopi, uno di questi forse, proprio un depistaggio sulla macabra vicenda.

Monsignor Balda

Tra i vari personaggi è opportuno ricordare monsignor Balda, attuale custode del dossier e implicato nella vicenda di Watileaks2 con l'avvocato Francesca Chaoqui, per la trafugazione di documenti inerenti conti e gestioni varie vaticane. Proprio Balda, rese noto che già nel 2014, in Vaticano vennero trafugati documenti inerenti il caso Orlandi.

Le reazioni del Vaticano

Monsignor Re, alla notizia della diffusione del documento, si sarebbe limitato a dichiarare:'Non ho mai ricevuto quel documento, nè nessuna rendicontazione del caso Orlandi'.