Nonostante la sanzione, nonostante le continue minacce, Kim Jong-un non si ferma continua il suo programma. Le varie domande che il mondo si pone sono tante, ma solo una rimane: come fa la penisola coreana ad avere ancora fondi a sufficienza per continuare il programma missilistico e nucleare? In ogni caso la Corea del Nord ha dimostrato la propria inarrestabile crescita con il secondo lancio missilistico avvenuto il 15 settembre. Le sorti dell'Asia ora sono nelle mani di due grandi protagonisti; Donald Trump, e Xi Jinping.

Che trucco usa la Corea del Nord?

Tutto il mondo ha ascoltato la sentenza sulla Corea del Nord, bloccare ogni possibilità di commercio con la nazione, però la penisola coreana ha dimostrato comunque di essere pronta a tutto. La domanda che il mondo ora si pone è: da dove arrivano i mezzi della Corea del Nord? Esperti delle Nazioni Unite, insieme a degli esperti del governo americano, hanno reso pubbliche delle compravendite effettuate dalla penisola coreana. L'uomo d'affari cinese Chi Yupeng con l'uso della sua compagnia Dondong Zhincheg Mettalic Materials, ha acquistato dalla Corea del Nord vari materiali tra cui, acciaio e carbone, in cambio di vari componenti per la costruzione di missili e bombe nucleari.

Sempre nello stesso comunicato rilasciato, sono state registrate azioni di contrabbando o comunque vendita di materiali illegali, con personaggi chiave quali Cina e Russia, questo nonostante la Corea del Nord nel 2016 subì una sanzione. Le due grandi potenze hanno continuato a fare affari con la penisola coreana, sia per il petrolio e sia per quanto riguarda la forza lavoro.

Sempre tramite questi dati infine, si è venuto a sapere anche di grandi partite di armi vendute dalla penisola coreana. La Corea del Nord, ha venduto una quantità ingente di armi sia in Africa che in Medio Oriente e i compratori sono: l'Angola, la Repubblica Democratica del Congo, l'Eritrea, il Mozambico, la Syria, l'Uganda, e la Tanzania.

Questi retroscena fanno comprendere che nonostante tutto, la penisola coreana ha trovato molti modi per accrescere la sua potenza militare. Si stima che la crescente potenza coreana fatturi all'anno 500 milioni di dollari con questo mercato, ma ora è in arrivo una nuova sanzione.

Il grande dibattito mondiale, è o non è una minaccia la Corea del Nord?

Il 15 settembre la Corea del Nord ha lanciato nuovamente un altro missile, questo è il secondo nell'arco di un mese che sorvola i cieli del Giappone. Con questa azione Donald Trump ha definito la situazione; fermare la penisola coreana ad ogni costo. Il presidente americano ha chiesto alle nazioni Cina e Russia di chiamarsi fuori nell'aiutare la penisola coreana.

In tutta risposta il 18 settembre, è stato reso noto un avviso: jet americani F-35B invisibili e due caccia bombardieri strategici B-1B e degli F15E, hanno simulato un bombardamento strategico vicino alla penisola coreana come monito di minaccia. Finita la simulazione i caccia sono ritornati alla base di Guam, i jet in Giappone e gli F15E in Corea del Sud. Il Consigliere di Sicurezza nazionale statunitense H.R. McMaster ha riferito: "dopo l'ultimo missile lanciato dalla Corea del Nord gli Stati Uniti hanno perso la pazienza", continua dicendo: "il problema non è solo degli USA, coinvolge il mondo intero".

Il giorno 19 settembre durante l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha parlato anche il Segretario Generale dell'ONU Antonio Guterres dicendo: "la soluzione al problema deve essere solo di natura politica e che una risposta militare può portare solo a risvolti devastanti".

Continua parlando dell'ansia mondiale per la proliferazione nucleare nel mondo e che un turbamento del genere, non si sentiva dall'epoca della guerra fredda. Finisce dicendo: "ora, in questa situazione è il momento di utilizzare la politica". Anche la Cina e la Russia avvisano che il comportamento americano potrebbe essere catastrofico e, che l'unica cosa da fare sia un dialogo pacifico.

Le scelte degli altri paesi

Il 20 settembre ha preso la parola il presidente Donald Trump alle Nazioni Unite: "prometto di distruggere la Corea del Nord", prima volta in cui un presidente fa un'affermazione di tale livello. Finisce il discorso dicendo che se forzato a difendere gli Stati Uniti e i suoi alleati, non vi è alcuna scelta se non distruggere totalmente la Corea del Nord.

Anche il premier giapponese Shinzo Abe, ha voluto riferire il suo pensiero dicendo: "è il momento che le nazioni si uniscano per fermare il programma nucleare della penisola coreana", continuando nel dire che: "i dialoghi con la nazione sono finiti è il momento di agire". Il premier giapponese commenta anche il comportamento della Cina e la Russia, nel continuare i loro propositi di contrabbando con la Corea del Nord, essendo i primi ad essere sospettati nel supportare il Leader Supremo. Il premier giapponese come anche il presidente americano, ritengono che sia utile una nuova sanzione, affermando che dovrà riguardare la cooperazione di commercio che avviene nella penisola coreana o meglio; la sanzione deve riguardare questa volta principalmente i partner commerciali.

Di per se il presidente Donald Trump ha redatto una black list di compagnie che fanno affari con la Corea del Nord e che devono essere fermate tra cui: 16 compagnie solo cinesi, poi russe e per finire singaporiane. In tutta risposta alla minaccia del presidente americano, Kim joung-un riferisce: " insultare me e la mia nazione difronte agli occhi del mondo è da considerare come una dichiarazione di guerra." Il ministro degli esteri nordcoreano Ri Yong-ho durante l'assemblea generale delle Nazioni Unite a New York ha detto: "La Corea del Nord sta considerando seriamente di detonare la bomba H fuori dai territori coreani." Nonostante tale affermazione il Premier giapponese Shinzo Abe, il Presidente sudcoreano Moon Jae-in e il Presidente americano Donald Trump hanno totalmente deciso di chiudere le porte ad ogni possibile dialogo con la Corea del Nord.

Infine il ministro degli esteri Wang Yi, che sempre durante l'assemblea generale dell'ONU ha detto: "non è tardi per avere un dialogo" continua dicendo: c'è ancora speranza per una pace non bisogna arrendersi, la negoziazione è l'unica strada che merita ogni sforzo possibile.